Uno studio condotto presso l’Università “Magna Græcia” di Catanzaro sul ruolo dei biosensori del glucosio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Theranostics. Lo rende noto l’ateneo. “Il diabete mellito – spiega una nota – è una malattia cronica che nel nostro Paese affligge 5-6 milioni di individui. Il suo carattere distintivo è l’eccessiva quantità di zucchero (glucosio) nel sangue, che viene definita iperglicemia. Tale condizione impone il controllo frequente dei valori ematici di glucosio al fine di scongiurare le complicanze acute e croniche della malattia che sono assai invalidanti e hanno un impatto economico notevole, sia per il paziente che per la società. In questo ambito, da anni la ricerca si è orientata verso la messa a punto di dispositivi sempre più affidabili e poco invasivi per valutare i livelli di zucchero nei pazienti con diabete mellito, contribuendo – attraverso tali determinazioni – all’ottimizzazione del compenso glicometabolico e della terapia ipoglicemizzante. La prestigiosa rivista Theranostics – continua la nota – ha da poco pubblicato un lavoro scientifico condotto presso i dipartimenti di Scienze della Salute e di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università “Magna Græcia” di Catanzaro, sul ruolo dei biosensori del glucosio nella pratica clinica”. Lo studio, dal titolo “Glucose biosensors in clinical practice: principles, limits and perspectives of currently used devices” è frutto di un impegno congiunto condotto dalle unità di ricerca di Ingegneria Elettronica, Endocrinologia e Patologia Clinica (Salvatore Andrea Pullano, Marta Greco, Maria Giovanna Bianco, Daniela Foti, Antonio Brunetti, Antonino Secondo Fiorillo) “e integra – si legge nel comunicato – aspetti tecnologici e clinici nel campo dei dispositivi medici tecnologicamente avanzati per il rilevamento dei livelli di glucosio, proponendo una roadmap nel monitoraggio e nella gestione dei pazienti affetti dalle varie forme di diabete”. In linea con i progressi in ingegneria e tecnologia biomedica, si fa rilevare, “lo studio evidenzia, inoltre, il ruolo potenziale di altri fluidi biologici alternativi al sangue e meno invasivi (es. saliva, sudore, liquido lacrimale) per il monitoraggio futuro dei livelli di glucosio, sottolineando l’importanza dell’innovazione tecnologica, della multidisciplinarietà e dell’integrazione tra le diverse discipline nel miglioramento del follow-up e del trattamento dei pazienti diabetici.