Nel 2020, il tessuto economico della provincia di Monza e Brianza si è dimostrato molto reattivo e competitivo riaffermando la sua vocazione fortemente manifatturiera, e nel 2021 il 79% delle imprese del territorio prevede di chiudere l’anno sui livelli del 2019. Inoltre, le 800 migliori aziende della provincia di Monza e Brianza hanno ricavi riferiti al 2020 che vanno da un minimo di 8 milioni a un massimo di 4,5 miliardi di euro: complessivamente il fatturato raggiunge 51 miliardi euro e l’84% del totale delle imprese risultano in utile. Sono queste le principali evidenze dell’edizione 2021 di TOP500+, il progetto di ricerca e di analisi dei dati economico-finanziari realizzato dal Centro studi Assolombarda, promosso da Assolombarda in collaborazione con PwC Italia e con il sostegno di Banco BPM, che coinvolge le 800 migliori imprese della provincia di Monza e Brianza. “Stiamo dimostrando una migliore capacità di recupero rispetto ai competitor europei ma, in questa fase, dobbiamo prestare particolare attenzione a una questione atavica per il nostro Paese: il debito pubblico”, afferma il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada. Infatti “la Commissione europea, esprimendo i giudizi sulla finanziaria, ha richiamato al contenimento della spesa corrente, mentre la BCE- va avanti Spada- ha annunciato per il prossimo anno una riduzione degli acquisti dei titoli di Stato”. Questo secondo il numero uno di Assolombarda “penalizzerà i Paesi a più alto debito e- osserva- l’Italia è quindi chiamata a raggiungere una crescita solida e strutturale”. Tornando ai dati, dopo il colpo inferto dalla pandemia, che ha portato nel 2020 a un calo della produzione industriale della provincia di Monza e Brianza del -7,9% (comunque inferiore alla media lombarda che ha segnato un -9,8%), il territorio ha saputo reagire. La ripartenza è stata immediata e nell’ultimo trimestre del 2020 il livello di attività manifatturiera torna sopra al +0,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. Un crescendo che dà un avvio positivo al 2021, tanto che nel terzo trimestre l’attività produttiva è superiore del +6,3% rispetto al picco pre pandemia. La performance sui mercati esteri è anch’essa positiva, a riprova della spiccata vocazione internazionale che distingue il territorio di Monza e Brianza. Dopo la caduta del 2020, pari al -6,6%, più contenuta rispetto a quella lombarda (-10,5%), la risalita delle esportazioni è sorprendente: nei mesi tra gennaio e settembre 2021 aumentano del +8,6% rispetto allo stesso periodo del 2019 (un equivalente di 614 milioni di euro in più), mentre l’export lombardo rimbalza in misura più contenuta (+4,8%). La spinta dall’estero è intensa e diffusa a quasi la totalità dei settori. Dopo il calo generalizzato dell’export nel 2020 (con eccezione della farmaceutica), nei primi nove mesi del 2021 spiccano le performance internazionali delle vocazioni produttive del territorio rispetto allo stesso periodo 2019: l’export della farmaceutica cresce del +34,9%, quello dei metalli del +11,5%, quello della chimica del +10,7%, quello dell’elettronica del +9,1%. Il settore del legno-arredo – anima del made in Monza e Brianza – segna un aumento del +11,1%. Per l’export della meccanica persiste un leggero divario rispetto al pre Covid, pari al -0,8%, mentre l’automotive segna un -4,5%. Tra gli altri pochi settori che registrano andamenti negativi si trova la moda, sofferente anche al di fuori della provincia, che evidenzia un -8,9% e l’alimentare con un -13% rispetto allo stesso periodo 2019. Nonostante la crisi, il 2021 è un anno di crescita per ben il 75% delle imprese del territorio e il 2022 rappresenterà la conferma di questo trend positivo. Secondo l’indagine del Centro Studi di Assolombarda condotta su un panel di imprese di Monza e Brianza, inoltre, il 79% delle imprese prevede di tornare ai livelli di vendite pre-pandemia. Nel dettaglio la quota è composta da un 33% che supererà i ricavi del 2019, un 13% che si riporterà in linea e un 33% che è già sopra i livelli pre Covid. La platea restante si divide tra un 14% che colmerà il divario nel 2022 e un 7% di imprese che non prevede di recuperare nel medio termine quanto perso in questo periodo di restrizioni. L’indagine, inoltre, mette in luce quali sono, secondo le imprese intervistate, i rischi correnti e le strategie in corso. Da una parte emerge la forte pressione dei rincari delle materie prime che, insieme ai ritardi nella logistica, pesano sugli approvvigionamenti, sulle produzioni e sui ricavi delle imprese brianzole. L’80% è preoccupato per i rincari estremamente elevati e le difficoltà di reperimento di alcune materie prime e semilavorati e un quinto per la più recente fiammata dei prezzi dell’energia. Nonostante questi fattori, le imprese del territorio dimostrano di essere reattive e di saper guardare verso uno sviluppo che sia sostenibile, investendo in innovazione e digitalizzazione. I dati emersi mettono in luce quali sono gli elementi strategici su cui investire. Per circa la metà dalle imprese il capitale umano e l’organizzazione del lavoro risultano, infatti, prioritari così come il potenziamento dell’offerta di nuovi e migliori prodotti e servizi. La crisi pandemica ha ulteriormente consolidato la rilevanza dei tre elementi strategici su cui puntano le imprese di Monza e Brianza: innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. Infatti, un terzo delle imprese della provincia sta puntando sulla ricerca e sviluppo, il 27% sulla digitalizzazione dei processi e il 18% sulla sostenibilità dei processi e dei prodotti. Infine, un quarto delle imprese di Monza e Brianza riconosce come elementi rilevanti il brand e l’immagine.