Dopo il calo del 2020, per l’Italia si prospetta una forte crescita del Pil. Secondo il governo, la crescita dovrebbe essere circa del 6,1%.
“Decimale più o decimale meno, un risultato straordinario che non vedevamo da due decenni” spiegano da Mazziero Research, secondo cui comunque ci sono ancora delle incognite. Secondo gli esperti sono tre i fattori da cui dipenderà il valore finale. Il primo, la conferma dall’Istat in seconda lettura del progresso del terzo trimestre al 2,6%. “Se questo passasse al 2,8% si raggiungerebbe il 6,2% annuo anche con una variazione nulla del quarto trimestre”.
Il secondo elemento è inerente all’evoluzione della pandemia. “Anche in presenza di un green pass rafforzato, potrebbe costringere a limitazioni di movimento come già visti nel passato (coprifuoco oltre una certa ora, spostamenti solo per casi di necessità quali cure mediche e spesa alimentare)”.
L’ultimo fattore riguarda il continuo aumento dei prezzi che, “in una condizione di salari stabili, potrebbe indebolire la fiducia dei consumatori e i relativi acquisti, in particolar modo durante le festività natalizie”.
Quindi, il rischio che alla fine dell’anno si arrivi con un Pil leggermente più basso rispetto a quello atteso.
“Attualmente non escludiamo una possibile revisione al ribasso di qualche decimale della stima annua al 6,1%, ma se allarghiamo il nostro orizzonte d’osservazione possiamo constatare che l’attuale PIL trimestrale dell’Italia non ha ancora raggiunto i valori precedenti alla pandemia (si veda grafico sotto). Questo ci fa ben sperare perché un recupero a pieno ritmo di tutte le attività unito ai progetti di sviluppo del PNRR darebbero un nuovo impulso al PIL. In definitiva, c’è ancora spazio per crescere”.
L’economia italiana sembra anche ben collocata rispetto agli altri paesi europei. “Nel confronto della ripresa post-pandemia fra Paesi europei l’Italia appare ben posizionata: quasi al medesimo livello della Germania, che ha visto un calo minore nella fase acuta, poco sotto la Francia, appena sopra il Regno Unito e ben al di sopra della Spagna” dicono da Mazziero, “Il valore raggiunto pari a 98,6, considerato il valore di partenza di 100, conferma ancora una volta come ci si trovi di circa un punto e mezzo al di sotto dei livelli pre-pandemici e come questi possano facilmente essere raggiunti e sorpassati una volta che l’economia sarà pienamente tornata a regime, probabilmente nel primo semestre del 2022”. Coronavirus, permettendo.