Il Ministro del lavoro Andrea Orlando e le parti sociali stanno operando per la costruzione di un protocollo nazionale per lo smart working, delineando regole e contratti.
Ancora in fase bozza, la disciplina prevede l’adesione su base volontaria e la necessita di un “accordo individuale” fra datore di lavoro e lavoratore, che regoli il lavoro agile, precisando la durata, i periodi in presenza e a distanza, i luoghi eventualmente esclusi per il lavoro, gli strumenti messi a disposizione del dipendente, i tempi di disconnessione e riposo, i controlli e la parità di diritti.
La giornata lavorativa in smart working si distingue per l’assenza di un orario di lavoro ordinario e per l’autonomia nello svolgimento della prestazione. Si individuano però delle fasce di disconnessione nelle quali il lavoratore potrà non lavorare, si legge nella bozza, che indica la possibilità di richiedere permessi orari retribuiti e permessi Legge 104 ma non prevede straordinari. In caso di malattia, ferie o infortunio sarà possibile mettere in modalità offline i dispositivi di connessione e, in caso di ricezione di comunicazioni aziendali, il lavoratore non è obbligato a prenderle in carico prima della fine di malattia.
“Il datore di lavoro dovrà anche fornire la strumentazione tecnologica e informatica necessaria allo svolgimento della prestazione lavorativa da remoto, oltre alle spese di manutenzione e di sostituzione della strumentazione. E’ previsto anche lo svolgimento di un’attività formativa, che eventualmente si renda necessaria per lo svolgimento della prestazione di lavoro da remoto.”