Il giro di affari stimato per questo settore è di circa 15 miliardi di euro all’anno, mentre per i canoni di concessione si parla di una somma che di poco supera i cento milioni di euro
Da gennaio 2024 inizierà una vera e propria rivoluzione per le concessioni balneari; infatti, non sarà più possibile prorogarle ulteriormente, neanche per via legislativa e ciò significa che il settore sarà aperto alla concorrenza e le concessioni assegnate tramite una gara a cui gli attuali proprietari, però, potranno partecipare.
La sentenza del Consiglio di Stato ha inoltre evidenziato come gli introiti non siano congrui rispetto ai ricavi, il giro d’affari sarebbe infatti di 15 miliardi di euro all’anno mentre “l’ammontare dei canoni di concessione supera di poco i cento milioni di euro”. Una migliore gestione, quindi, porterebbe anche a un maggiore entrata nelle casse dello Stato. Al momento, però, il governo con il provvedimento sulla concorrenza non ha sciolto il nodo delle liberalizzazioni delle concessioni balneari, sul quale pende un conflitto con l’Unione europea sulla normativa riguardante il mercato interno.
Imprenditori in allarme
Marco Maurelli, presidente di Federbalneari Italia, ha affermato che con queste intenzioni “si rende fortemente instabile un settore che conta circa un milione di lavoratori”, ma ciò che sottolinea il Consiglio di Stato è che “il confronto concorrenziale è estremamente prezioso per garantire ai cittadini una gestione del patrimonio nazionale costiero e una correlata offerta di servizi pubblici più efficiente e di migliore qualità e sicurezza, potendo contribuire in misura significativa alla crescita economica e, soprattutto, alla ripresa degli investimenti di cui il Paese necessita”.
Le sentenze emesse dall’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato sono due e si rimarca “l’eccezionale capacità attrattiva del patrimonio costiero nazionale”, affermando inoltre che l’assenza di un’organica disciplina nazionale riguardante le concessioni del demanio marittimo genera una grave conflittualità con le regole che tutelano la concorrenza, regole queste imposte dal diritto dell’Ue.