La Quota 102 offre la possibilità di andare in pensione con 64 anni di età e 38 di contributi nel 2022. Questa è una soluzione che mette in accordo tutti, Lega inclusa.
Draghi porta in Cdm principalmente tre provvedimenti: approva il decreto Recovery per semplificare e velocizzare il Pnrr e sbloccare altri 8 target previsti entro il 2021; varare la legge di bilancio; approvare la legge sulla concorrenza, la quale interviene sui servizi pubblici locali ma potrebbe anche rivedere le concessioni balneari e per gli ambulanti.
Inoltre, Draghi cerca un dialogo con i sindacati, i quali minacciano mobilitazioni. Draghi dovrà incontrare i leader sindacali, dopo il teso tavolo sulla manovra, al G20 sindacale. E dice: “Voi sindacati avete un ruolo molto importante”.
“La tutela dei più deboli, ovunque essi siano, ci unisce. Insieme, dobbiamo fare in modo che innovazione e produttività vadano di pari passo con equità e coesione sociale. E farlo pensando non solo ai lavoratori di oggi, ma anche a quelli di domani”. Un passaggio, quest’ultimo, che non sfugge agli interlocutori. Draghi pensa che sia arrivato il momento di pensare ai giovani e alle trasformazioni del mondo del lavoro, mentre sul fronte pensioni pensa che si debba tornare a un sistema interamente contributivo, come quello indicato dalla legge Fornero. Al tavolo della cabina di regia, Franco porta però la proposta di Quota 102 per un solo anno (la proposta iniziale invece prevedeva Quote per due o tre anni), con in più un fondo per supportare i lavoratori più svantaggiati.
Sulle pensioni interviene anche Beppe Grillo, il leader M5s, che propone il modello Tridico di anticipo a 63 anni dell’uscita con la sola quota contributiva. Inoltre, sostiene che il riscatto della laurea sia una misura troppo costosa.