Imprese come elemento di promozione per l’intero territorio. Torna in ottobre a Parma “Imprese Aperte”- il progetto promosso dall’Associazione “Parma, io ci sto!” e da UPI – Unione Parmense degli Industriali, in collaborazione con l’ente di formazione Cisita – con in calendario una trentina di eventi, promossi da 12 aziende, oltre a Food Farm 4.0. Si tratta di AAC Consulting, Allodi, Bugnion, Consorzio Agrario, Coppini Arte Olearia, Davines, Fidenza Village, Laterlite, Parmalat, Salumificio Trascinelli Pietro, Sidel e X3 Energy. Rispetto a settembre, la principale novità è rappresentata dalla natura degli attori coinvolti, non più espressione esclusivamente del settore agroalimentare.«È un ritorno alle origini- spiega Annalisa Sassi, Presidente dell’Unione Parmense degli Industriali –
il progetto iniziale prevedeva il coinvolgimento di 40 imprese, in rappresentanza di settori che spaziavano dall’agroalimentare alla meccanica, dall’automotive al fashion, dalla farmaceutica alla cosmetica, passando per i servizi di consulenza e l’IT. L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha imposto uno stop, che si è interrotto il mese scorso, quando, in concomitanza con ‘Settembre Gastronomico’, una decina di aziende food si è aperta alle visite di foodie, turisti e cittadini”. Un patrimonio di tecnologie, storie e prodotti per parlare dell’intero territorio attraverso le imprese. Secondo gli ultimi dati disponibili (2019), nella provincia di Parma industria e artigianato contano 9.120 aziende con oltre 63.200 addetti e generano un fatturato pari a 19,9 miliardi di euro, di cui più di 7 miliardi di export. ‘Imprese Aperte’ – spiega il presidente dell’associazione “Parma io ci sto” Alessandro Chiesi – offre l’occasione di conoscere le aziende anche come luoghi di produzione di cultura e spazi in cui la creatività è parte integrante del processo industriale. Oltre ai momenti di ‘A porte aperte’, grazie ai quali i visitatori possono conoscere il forte radicamento delle imprese nel territorio, visitando le sedi, incontrando le persone che lavorano al loro interno e conoscendo le dinamiche produttive, è altrettanto interessante pensare alle aziende come ad attori culturali, con un patrimonio fatto di storia, capitale umano, tecnologie e know-how. Abbiamo quindi voluto organizzare – conclude Chiesi- dei momenti in cui le aziende illustrano la propria cultura aziendale”.