I microteam di medicina generale generano un volume economico di 16,7 mld

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Un volume economico superiore ai 7 miliardi di euro che diventano 16,7 miliardi per quello che in economia si definisce “effetto diffusivo”. E’ questo l’enorme impatto economico che i microteam della medicina generale (composti da medici, infermieri e personale amministrativo) proposti da Fimmg possono generare sull’economia del Paese se adottati sistematicamente a livello nazionale. A certificarlo è uno studio della CGIA di Mestre presentato dal direttore dell’Ufficio Studi dell’Associazione, Andrea Favaretto, in occasione del 78esimo Congresso nazionale Fimmg. Non una semplice stima, bensì una proiezione realizzata grazie ad un approccio “bottom up” e alla creazione di una matrice molto articolata, perché suddivisa in 61 settori produttivi e basata su ben 3.721 coefficienti, che è stata “invertita” e resa adatta a misurazioni e simulazioni.  “Questo approccio – dice Favaretto – va oltre le solite analisi e mette in evidenza elementi che vanno al di là delle tradizionali trattazioni socio-sanitarie. Ecco perché ciò che emerge dal nostro studio deve far riflettere, soprattutto in chiave Pnrr, perché è evidente che la diffusione sistematica dei microteam, e in quest’ottica il lavoro della medicina generale, può avere un impatto positivo di enorme portata sul benessere dell’economia nazionale”. L’analisi punta ad analizzare i microteam della medicina generale così come si analizzerebbe un’azienda, guardando insomma a entrate, uscite e costi. Per farlo gli esperti hanno creato un modello macro-economico capace, una volta inseriti tutti i dati, di restituire il valore della produzione del lavoro della medicina generale che, come detto, ammonta a 7miliardi di euro l’anno che impattano per 16,7 miliardi una volta che questo sistema economico si presenta sul mercato. Generando effetti diretti (calcolati in 9,8 miliardi), indiretti (calcolati in 3,4 miliardi) e indotti (calcolati in 3,6 miliardi). Notevole anche l’impatto sui livelli occupazioni, non solo strettamente legati al settore medico, con l’impegno di 48mila 400 addetti (che per effetto diffusivo diventano poco meno di 69mila) e circa 186mila ore di lavoro. “In termini economici – conclude Favaretto – il nostro modello dimostra come i micro team arriviamo a generare un fattore di moltiplicazione di 2,3; quindi se un medico di medicina generale opera in micro team, la sua attività genera più del doppio del valore investito”. “Per realizzare questo modello – sottolinea il segretario generale Fimmg Silvestro Scotti – serve una capacità di investimento, anche rispetto al modello del nostro Acn, che premi i risultati di salute conseguiti dal singolo. Questo deve portare a una riqualificazione dei contratti in base al raggiungimento degli obiettivi e non in base a modelli di subordinazione caratteristici di un rapporto di dipendenza. Lo studio prodotto dalla CGIA di Mestre ci conforta rispetto ad una strada sulla quale puntiamo ormai da tempo, dicendoci che anche sotto il profilo della sostenibilità economica i microteam sono la strada verso la quale il sistema sanitario deve muoversi”.