L’ansia per i possibili effetti collaterali e l’incertezza percepita in fase di studio sono i principali fattori che portano le persone a rifiutare di sottoporsi alla vaccinazione contro Covid-19. A rivelarlo un rapporto degli scienziati dell’Imperial College di Londra, che hanno condotto un’indagine internazionale in 15 paesi. I ricercatori hanno chiesto a più di 68mila persone le motivazioni legate alla fiducia e alla titubanza nei confronti delle vaccinazioni anti Covid.
Tra le ragioni che spingono l’opinione pubblica a non ricevere il vaccino, gli autori evidenziano anche il fatto di non poter scegliere il prodotto per l’immunizzazione e il timore che i farmaci non siano abbastanza efficaci. I risultati mostrano che ci sono differenze nei vari paesi nel mondo, ma nel complesso il grado di fiducia nei confronti dei vaccini è piuttosto elevato. In Corea del Sud e Giappone solo circa il 47 per cento degli intervistati rivela di fare affidamento sull’inoculazione, mentre in Regno Unito il valore sale all’87 per cento e in Israele si assesta intorno all’83 per cento. Anche il brand dell’azienda produttrice può influenzare la disponibilità della popolazione a sottoporsi alla vaccinazione: Pfizer è ritenuto il più affidabile da tutte le fasce d’età in 9 dei 15 paesi. Fa eccezione Israele, dove la maggior parte degli over 65 ha dichiarato di non trovare affidabile alcun vaccino, mentre le persone di età inferiore a 65 anni sembravano disposte a ricevere qualunque vaccino disponibile.
“I programmi di vaccinazione contro Covid-19 efficaci – dichiara Ara Darzi, condirettore dell’Institute of Global Health Innovation presso l’Imperial College di Londra – riguardano un buon equilibrio tra domanda e offerta. Questo sondaggio globale rivela importanti informazioni sul motivo per cui le persone potrebbero rifiutare la vaccinazione. È fondamentale accogliere queste preoccupazioni e affrontare i dubbi dei partecipanti, in modo da diffondere un messaggio positivo nei confronti di questi farmaci salvavita”.
“È incoraggiante osservare che il grado di fiducia nei vaccini aumenta nella popolazione – sostiene Sarah Jones, collega e coautrice di Darzi – ma i nostri dati mostrano che c’è ancora molto da fare per tranquillizzare le persone sulla sicurezza e sull’importanza dei vaccini. Ci auguriamo che la condivisione delle preoccupazioni che le persone hanno sollevato stimolerà risposte tempestive e mirate da parte dei governi che potranno informare i cittadini sull’efficacia delle vaccinazioni”.