La sensibilità estrema al rumore di alcune persone potrebbe dipendere dal fatto che alcune parti del cervello sono connesse in maniera anomala. A rivelarlo uno studio portato avanti dai ricercatori dell’Università di Newcastle presso il Biosciences Institute e pubblicato su Journal of Neuroscience. “È la prima volta che viene identificato questo collegamento tra misofonia e determinate regioni del cervello”, dicono gli esperti. La misofonia, che significa ‘odio per il suono’ è una condizione in cui le persone sperimentano reazioni intense e involontarie a determinati suoni prodotti da altri, denominati ‘trigger’. Gocciolamento d’acqua, masticazione, respiro pesante o picchiettio di una matita sono semplici rumori che provocano irritabilità e nervosismo nei soggetti che ne soffrono. È un problema che colpisce circa il 15% della popolazione mondiale ed è più comune nelle donne rispetto agli uomini. È un disturbo quasi sconosciuto o sottovalutato, che molti vivono in silenzio, etichettati come scontrosi o irritabili, sostiene il Misophonia Institute. “I nostri risultati indicano che per le persone affette da misofonia esiste una comunicazione anormale tra le regioni uditive e motorie del cervello, che si può descrivere come una connessione supersensibile”, ha dichiarato Il dottor Sukhbinder Kumar, tra gli autori dello studio. La misofonia è stata a lungo considerata un disturbo dell’elaborazione del suono, ma i risultati dell’Università di Newcastle suggeriscono che è molto di più: invece che un’insofferenza verso i suoni, è la manifestazione di attività in parti del sistema motorio coinvolte nella produzione di quei suoni.