Nell’hub nazionale dei vaccini anti-Covid dell’aeroporto militare di Pratica di Mare che fa capo al Comando operativo di vertice interforze guidato dal generale Luciano Portolano, si lavora senza sosta, come racconta il reportage esclusivo pubblicato su “Gente”, in edicola da venerdì 9 aprile. Non ci sono notti, non ci sono domeniche: quando arrivano le forniture delle preziose fiale dalle aziende produttrici il personale delle Forze Armate le spacchetta per poi riconfezionarle per la spedizione verso Asl e ospedali di tutto il territorio nazionale. Dentro l’hangar, nove shelter frigo da dodici metri e sei lunghi la metà che funzionano all’unisono. «La prima cosa che facciamo appena riceviamo un carico di vaccini è stoccarli dentro gli shelter frigo alla temperatura indicata dalla casa produttrice», spiega il colonnello pilota Daniele Porelli, capo delle operazioni della Divisione Aerea di Sperimentazione Aeronautica e Spaziale, oggi responsabile dell’hub. «Meno 20 gradi per Moderna e più 5 per AstraZeneca, in attesa dell’arrivo di Johnson & Johnson ed escludendo Pfizer, che per via delle estreme temperature di conservazione richieste viene distribuito dalla casa farmaceutica». Riconfezionati in box frigo capaci di tenere la temperatura, come mostrano le foto pubblicate su “Gente”, i vaccini vengono distribuiti via terra o via aerea. E ora che il commissario per l’emergenza Figliuolo promette d’allungare il passo e arrivare a 500 mila vaccinazioni al giorno? «Metteremo in campo i mezzi necessari», precisa il generale di divisione aerea Mauro Lunardi, comandante della Divisione aerea di sperimentazione aeronautica e spaziale di Pratica di Mare. «E i trasferimenti aerei giocheranno un ruolo sempre più centrale».