Banco Bpm (nella foto, l’a. d. Giuseppe Castagna) ha chiuso il 2020 con un utile netto a 20,88 milioni; al netto dei costi relativi al piano di incentivazione all’esodo e ad altre componenti non ricorrenti l’utile sarebbe pari a 330 milioni. A renderlo noto la banca, il cui cda ha approvato i conti e deciso di proporre ai soci un dividendo pari a 6 centesimi per azione, in linea con le indicazioni della Bce. Il gruppo, nel 2020, ha accelerato sul derisking, cedendo 1,3 miliardi di crediti deteriorati e rafforzando le coperture; i crediti deteriorati netti sono scesi a 4,3 miliardi (-22,6% rispetto a dicembre 2019) e un npe ratio lordo al 7,5%. In crescita la raccolta diretta core, che sale a 100 miliardi (+13,9% anno su anno) e gli impieghi, con quelli in bonis pari a 98,4 miliardi e nuove erogazioni alla clientela pari a 27,68 miliardi, di cui 10,2 relativi alle misure assistite da garanzia statale. Banco Bpm vede i ricavi ‘core’, rappresentati da margine di interesse e commissioni nette, in crescita nel 2021 “grazie soprattutto alla maggiore contribuzione apportata rispettivamente dalle operazioni di finanziamento TLTRO e dal collocamento di prodotti di investimento”. Il gruppo, spiega la nota sui conti al 31 dicembre scorso, “procederà alla predisposizione di nuove proiezioni triennali, tenendo conto dell’evoluzione del contesto pandemico in corso, così da poterle basare su nuovi e più aggiornati presupposti sia macroeconomici che di settore”. Allo stato attuale Banco Bpm, fatti salvi nuovi peggioramenti di scenario e nuove indicazioni fornite dalle autorità di vigilanza, non vede preclusa “una remunerazione degli azionisti”, grazie anche alla “robusta posizione patrimoniale del gruppo, unita alla capacità di generare organicamente capitale”. La banca proseguirà nelle “azioni volte a contenere la dinamica degli oneri operativi, con l’obiettivo dimitigare gli impatti negativi derivanti dall’incerta ripetibilità di taluni recuperi e riduzioni di costo che hanno caratterizzato lo scorso anno”. Banco Bpm rimane aperta a operazioni di m&a. Una fusione rimane “uno dei principali target che vogliamo raggiungere” ma “non dipende solo da noi”, ha spiegato l’ad Giuseppe Castagna in call con gli analisti sui conti 2020. “Siamo stati abbastanza aperto e chiari sulla possibilità di trovare qualche intesa”, ha ribadito precisando che fino ad ora la banca sta lavorando per “capire qual è l’opzione migliore e più fattibile”.