La casa di produzione e distribuzione Fandango spa di Domenico Procacci vive un passaggio molto delicato della sua trentennale esistenza. Senza eventi straordinari sul fronte dei proventi finanziari, infatti, l’esercizio 2019 si sarebbe chiuso con perdite vicine ai cinque milioni di euro. E, tenuto conto del momento drammatico per il mondo del cinema, anche le prospettive del 2020 non sono un granché.
Giusto per spiegare meglio l’accaduto, nel 2019 la società Fandango ha portato in sala solo tre film, prodotti in anni precedenti: Bangla (201 mila euro di box office), Il grande spirito (300 mila euro) e il documentario Bellissime (solo per tre giorni), che poi è stato distribuito sulla piattaforma Netflix da fine giugno 2020. Insomma, poca roba.
Nel corso del 2019, invece, sono stati prodotti il film Tre Piani di Nanni Moretti, che avrebbe dovuto uscire a Cannes 2020 ma che, causa pandemia, sarà probabilmente in sala solo nei primi mesi del 2021, e I predatori (di Pietro Castellitto), presentato alla Mostra del cinema di Venezia 2020 e con un box office di 159 mila euro. Per fortuna ci sono le serie tv: terminate le riprese sia de La luna nera, per Netflix, sia di Alligatore, per Rai, finita nella primavera del 2020.
Come è chiaro, il business cinematografico ristagna, anche se nel 2019 il valore della produzione di Fandango spa ha comunque raggiunto i 30,95 milioni di euro, sostanzialmente stabile sul 2018.
I costi della produzione, però, sono schizzati a 35,8 milioni di euro, con un risultato dell’attività caratteristica della società negativo per quasi cinque milioni di euro.
Fandango spa, tuttavia, è riuscita a chiudere l’esercizio con un esiguo utile di 154 mila euro (33 mila euro nel 2018) solo grazie a 5,7 milioni di euro di proventi finanziari straordinari. E’ infatti in atto una ristrutturazione dei debiti di Fandango, che nel 2018 ammontavano a 20,5 milioni di euro verso le banche, e a 11,5 milioni di euro verso l’Agenzia delle entrate. Nel 2019 Frontis Npl-Magellano Spe-Centotrenta servicing sono subentrati nel rapporto di debito di Fandango verso Unicredit per un totale di 13 milioni di euro. Con questo accordo 5,7 milioni di debito sono stati stralciati (e quindi vanno a costituire i proventi finanziari straordinari). Fandango, invece, si impegna a pagare quattro milioni di euro in quattro anni, e via via che il debito verrà saldato saranno stralciati altri quattro milioni del debito iniziale di 13. Anche gli 11,2 milioni di euro di debiti residui nel 2019 verso l’Agenzia delle entrate sono stati rimodulati in almeno cinque anni, consentendo a Fandango di equilibrare i flussi delle entrate e delle uscite.
Nel 2020 Fandango conta di sopperire con lavori per le piattaforme Prime Video, Netflix, Apple o Disney+ agli slittamenti delle uscite dei film e al problema delle sale cinematografiche chiuse. Nel frattempo il personale di Fandango è stato messo in smart working al 50%, coprendo il restante 50% con ferie arretrate e cigs.
Claudio Plazzotta, ItaliaOggi