Dopo la prima crescita dell’anno nel settembre scorso (+1,1%), le immatricolazioni di autovetture nell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) in ottobre tornano in rosso con un calo del 7,1% su ottobre 2019, ma con un calo molto più pesante nei primi dieci mesi dell’anno (-27,3%). E’ quanto sostiene in una nota il Centro Studi di Promotor. In ottobre dei 31 mercati nazionali dell’area solo quattro sono in crescita e si tratta di mercati piccoli o piccolissimi: Norvegia (+23,6%), Romania (+17,6%), Islanda (+12%) e Irlanda (+5,4%). “In questa situazione le previsioni per l’ultimo scorcio del 2020 e per il 2021 non possono essere che catastrofiche. E’ quindi essenziale – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che dal Parlamento venga la proposta di un pacchetto per l’auto da inserire nella Legge di Bilancio e che questo pacchetto sia adeguato all’importanza del comparto che, con il suo indotto, vale in Italia il 12% del Pil”. Tra gli altri 27 mercati il risultato meno negativo è quello dell’Italia che in ottobre accusa un calo contenuto nello 0,2% per effetto del residuo impulso degli incentivi alle vetture con alimentazione tradizionale. Il consuntivo dei primi dieci mesi dell’anno è però particolarmente pesante proprio per il nostro Paese (-30,9%). Nel gruppo dei cinque maggiori paesi dell’Europa Occidentale soltanto la Spagna fa peggio dell’Italia (-36,8%), mentre il calo del Regno Unito è quasi uguale a quello italiano (-31%) e migliori sono invece le situazioni di Francia (-26,9%) e di Germania (-23,4%).
Quagliano aggiunge: “In tutti i mercati la domanda di autovetture è oggi influenzata essenzialmente da tre fattori: le limitazioni alle attività economiche e alle libertà personali disposte per contrastare la pandemia, gli effetti sull’economia e sulla propensione all’acquisto di beni durevoli derivanti dalle limitazioni di cui si è detto e gli incentivi varati in quasi tutti i paesi per sostenere il mercato dell’auto e il rinnovo del parco circolante.
Ovviamente i primi due fattori penalizzano le vendite di auto, mentre il terzo fattore le sostiene. L’impatto dei primi due fattori è stato devastante da marzo a maggio. Da giugno ad ottobre gli incentivi hanno invece consentito di contenere le perdite, che sono state comunque pesanti. Ora è facile prevedere che il ritorno del virus determinerà nuovi crolli a partire da novembre, temperati, ma solo in parte, nei paesi con sistemi di incentivazione efficace e con stanziamenti adeguati. Non vi sarà invece alcun temperamento dell’impatto del virus nei paesi con incentivazioni inadeguate. Purtroppo l’Italia rientra in quest’ultima categoria di paesi”.