La fornitura di vaccini antinfluenzali da distribuire nelle farmacie e possibili criticità è stato il tema al centro di un incontro che si è svolto ieri tra l’Ordine dei farmacisti Italiani, Federfarma, Assofarm e alcuni rappresentanti del ministero della Salute.
“FOFI, Federfarma e Assofarm – si legge in un comunicato congiunto della categoria – hanno rappresentato la pericolosità di una situazione che, lasciando sprovvisto dei vaccini il canale delle farmacie, renderebbe oltremodo difficile il ricorso alla vaccinazione da parte delle persone che non rientrano nelle categorie a rischio e a coloro che intendono anticipare l’immunizzazione rispetto all’inizio della campagna, nonché l’acquisto dei vaccini stessi da parte delle aziende che offrono questa prestazione ai propri collaboratori. Resterebbe così esclusa una parte della popolazione che, trattandosi di persone in piena attività lavorativa, spesso a contatto con il pubblico, è strategico vaccinare anche ai fini della limitazione della circolazione “È stato richiamato – scrivono i rappresentanti dei farmacisti – l’ulteriore impulso alla copertura vaccinale che un intervento attivo del farmacista favorirebbe, ponendo l’Italia in linea con quanto avviene nella maggior parte dei principali Paesi europei.
I rappresentanti del ministero hanno preso atto di queste osservazioni e dei dati presentati a supporto della necessità di impedire che le farmacie restino sguarnite, impegnandosi a trovare in tempi brevi, una soluzione che verrà condivisa con le organizzazioni di farmacisti in un incontro che si terrà la prossima settimana. Fofi, Federfarma e Assofarm ringraziano il ministro della Salute, Roberto Speranza, per l’attenzione rivolta al tema ed esprimono l’auspicio che si giunga a una rapida soluzione di questa criticità a vantaggio, innanzitutto, della tutela della salute dei cittadini”.
Le tre sigle avevano richiesto urgentemente questo incontro a seguito dell’impossibilità, comunicata dalle aziende produttrici, di rifornire di vaccini le farmacie attraverso le quali viene dispensato annualmente circa un milione di dosi. Questa possibile carenza è dovuta all’importante aumento delle richieste da parte delle Regioni, anche a seguito dell’ampliamento delle categorie a rischio, in particolare l’abbassamento dell’età da 65 a 60 anni.