La Camera ha approvato l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta contro le fake news, che avrà il compito contrastare la diffusione massiva di informazioni false. “Vogliamo indagare su come la diffusione delle fake news incida sulla qualità della nostra democrazia e se la rete da strumento che migliora la trasparenza possa anche avere le caratteristiche di limitare la libertà, perché la diffusione delle false informazioni indebolisce la libertà di crearsi un’opinione”, commenta Emanuele Fiano (Pd) che nel 2018 aveva presentato la proposta di legge.
Con 234 voti favorevoli e 172 contrari, la Camera ha approvato l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta contro le fake news. Il testo passa ora al vaglio del Senato. “Oggi la Camera ha approvato l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulle fake news per la quale io ho presentato la prima proposta di legge poi abbinata alle altre”, ha scritto sulla su Facebook il deputato del Partito democratico Emanuele Fiano, che nell’agosto 2018 aveva presentato appunto una proposta di legge per la formazione di una commissione d’inchiesta con il compito di contrastare la diffusione massiva di informazioni false.
La commissione di inchiesta dovrà acquisire materiale “in merito al fenomeno dell’attività di disinformazione e ai suoi fini ed effetti”, ma anche valutare l’adeguatezza degli strumenti normativi che già esistono e che hanno lo scopo di contrastare la diffusione delle fake news. Eventualmente, potrà anche avanzare delle proposte di legge mirate a ostacolare questo fenomeno e a delineare un adeguato quadro di prevenzione. Il lavoro dei commissari d’inchiesta avrà lo scopo di arginare la diffusione di tutti quei contenuti falsi, non verificati e ingannevoli, tenendo conto delle diverse piattaforme, sia quelle dei media tradizionali che quelle telematiche: si dovrà sempre prestare attenzione, in questo senso, alle nuove tecnologie. Ma non si tratta solo di fake news: la commissione dovrà anche indagare il panorama delle false identità digitali e verificare se le attività di disinformazione siano o meno riconducibili a particolari soggetti o organizzazioni (anche internazionali) che cercano di manipolare l’opinione pubblica.
“Oggi la libertà della rete e le occasioni di maggiore partecipazione che offre alla vita sociale e politica sono seriamente minacciate dalle informazioni false (fake news) e dai «discorsi d’odio » (hate speech) che si diffondono on line. Le notizie false, le cosiddette « bufale », non sono certamente una novità nel mondo dell’informazione tradizionale: la novità è rappresentata dalla rete internet e dalle sue caratteristiche proprie. Noi vogliamo indagare su come la diffusione delle fake news incida sulla qualità della nostra democrazia e se la rete da strumento che migliora la trasparenza possa anche avere le caratteristiche di limitare la libertà, perché la diffusione delle false informazioni indebolisce la libertà di crearsi un’opinione”, aggiunge Fiano, sottolineando che l’Italia si sia allineata in questo senso con l’Europa. E assicura: “Nessuno vuole invece limitare la libertà di espressione sancita e difesa dalla nostra Costituzione. Si può difendere la nostra intangibile libertà di espressione anche combattendo l’influenza sulla nostra vita determinato dalle fake news”.
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