Una nuova tecnologia che si ispira alla “presa adesiva” del geco

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Negli USA si studia una soluzione per mettere in commercio cuscinetti adesivi che simulano la presa infallibile del geco, finora troppo costosi per essere prodotti in serie.

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I gechi, piccoli rettili dalle caratteristiche zampe palmate con le quali si arrampicano (quasi) ovunque, sono da anni al centro degli studi di scienziati e ingegneri. Fino ad oggi però, nessuno era mai riuscito a progettare un dispositivo semplice ed economico che, ispirandosi all’anatomia di questi affascinanti rettili, ne replicasse la formbidabile capacità di “aderire” sulle superfici.

Ora sembra che il Georgia Institute of Technology ci sia riuscito: in una ricerca pubblicata su ACS Applied Materials and Interfaces, i ricercatori affermano di aver trovato un metodo per produrre su larga scala polimeri adesivi.

I gechi possono rimanere appesi praticamente ovunque. Le loro zampe sono disseminate di milioni di setole, dette setae: queste minuscole fibre esercitano un’attrazione sugli atomi presenti nella superficie solida, facendo sì che, come una calamita, il corpo del rettile vi rimanga attaccato sfidando la gravità. Per “staccarsi”, tuttavia, il geco non deve fare fatica: gli basta cambiare l’angolazione della zampa, e l’attrazione sparisce, permettendo al rettile di muoversi liberamente.

Fino ad oggi i metodi pensati da ingegneri e scienziati per creare un materiale che simulasse la presa dei gechi prevedevano l’utilizzo di stampi sui quali versare ingredienti liquidi che, una volta solidificati, creassero un polimero flessibile. Idee che finora si erano dimostrate economicamente poco sostenibili: «Si tratta di un processo lungo e costoso», spiega Michael Vanderberg, uno degli autori del nuovo studio. «Inoltre è facile danneggiare il polimero staccandolo dallo stampo».

Secondo Vanderberg, modificando leggermente il procedimento, si ridurrebbero i costi di produzione e si eviterebbero i danni causati al polimero durante l’estrazione dallo stampo. L’idea è quella di versare gli ingredienti liquidi direttamente su una superficie liscia per poi, una volta che questi si siano parzialmente solidificati, modellarli con una pressa.

Secondo gli “inventori”, grazie a questa nuova tecnologia in futuro potremmo dire addio ai chiodi con cui appendiamo quadri e mobili alle pareti, riusciremo a pulire superfici altrimenti inaccessibili grazie a spider-robot capaci di arrampicarsi ovunque (per esempio, sui i vetri dei grattacieli) e miglioreremo l’organizzazione logistica dei magazzini con macchine a cui basterà “toccare” gli oggetti, senza afferrarli, per sollevarli e posizionarli sugli scaffali.


Chiara Guzzonato, Focus.it