Da Letta a Verini, da Nardella a Morani. Dopo gli appelli all’unità del segretario dem Nicola Zingaretti e del ministro della Cultura Enrico Franceschini, cresce nel Pd il coro di quanti – anche fra gli stessi renziani – lanciano un appello a Matteo Renzi per scongiurare una scissione all’interno del partito.
“Io non sono minimamente preoccupato, è una cosa non credibile, non c’è alcuno spazio per una separazione a freddo o per una separazione consensuale” afferma l’ex premier Enrico Letta a Circo Massimo su Radio Capital.
“Quando ci sono delle scissioni sono delle rotture drammatiche”, continua Letta e si domanda: “Quale sarebbe la rottura? Perchè non c’è un ministro di Pontassieve? Come la spieghiamo agli italiani? In questo momento c’è bisogno di unità e umiltà”.
Il timore fra i dem è che la nascita di un nuovo gruppo parlamentare fuori dal Pd ma in appoggio al governo creerebbe tali fibrillazioni nella maggioranza che il Conte 2 durerebbe pochi mesi. “Mi auguro che non accada – sostiene anche il deputato dem Walter Verini ad Agorà su Raitre – Io sono nostalgico di un Pd che univa le culture riformiste. Quando se ne sono andati Bersani e gli altri è stata una perdita. E se se ne andasse Renzi sarebbe un’altra grave perdita”.
Un altro richiamo all’unità arriva dal renzianissimo sindaco di Firenze Dario Mardella: “Non posso che dire nuovamente agli amici del Pd che vogliono lasciare il partito di pensarci bene, perchè abbiamo bisogno di un partito forte e plurale. E credo che con questo nuovo Governo ci siano tutte le condizioni per lavorare uniti, perchè abbiamo dimostrato che uniti si può far bene”, dice a margine dell’inaugurazione della nuova scuola Dino Compagni di Firenze.
Anche Simona Malpezzi, sottosegretario con delega al Parlamento, fresca di giuramento, afferma: “Io ho appena giurato, c’è un governo che deve lavorare, il resto non interessa agli italiani”. E la renziana Alessia Morani, neo sottosegretaria al Mise, dichiara di voler restare nel partito: “Mi auguro davvero che Matteo non lo faccia, però io rimarrò nel Pd”.
“Posso solo dire che per quanto mi riguarda rimango nel Pd, e penso che anche tutti gli altri debbano riflettere molto, perchè uniti siamo più forti, divisi siamo più deboli”. E conlude: “Sono convinto che dobbiamo rimanere uniti e penso che Matteo possa ancora far bene nel nostro partito, come ha dimostrato anche in questa fase delicata che ci ha portato a dare vita ad un nuovo governo di fronte ad una situazione economica del paese molto molto delicata”.
Letta interviene anche a proposito della riforma elettorale: “Io sono contro un ritorno al proporzionale. Abbiamo vissuto una fase virtuosa” quando c’era “la legge del mattarellum che era un maggioritario con una correzione proporzionale. Ritengo sbagliato che il primo dibattito sia sulla legge elettorale, il messaggio che verrebbe dato alla gente è pessimo, se ne parli nella seconda fase”.
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