Prima di Messenger e WhatsApp, c’era BlackBerry Messenger. Nata nel 2005, l’applicazione della compagnia canadese è la prima piattaforma di messaggistica istantanea sul web, lanciata in un periodo in cui tutti utilizzavano ancora gli SMS. A partire dal prossimo 31 maggio, il servizio non sarà più disponibile. Lo ha annunciato Emtek, la compagnia indonesiana a cui è stato affidato il rilancio dell’applicazione. «Il settore tecnologico è molto fluido e nonostante i nostri forzi, gli utenti sono passati ad altre piattaforme. Allo stesso tempo, è molto difficile attirarne di nuovi», scrive la stessa Emtek in un post sul blog.
A chiudere è la versione consumer, mentre quella dedicata al mondo delle imprese è disponibile per tutti su Playstore e Appstore. Una volta scaricata si ha diritto ad un anno di utilizzo gratuito, al termine del quale si pagano poco più di due dollari per un periodo di tempo di due mesi. BlackBerry Messenger Enterprise ha le stesse funzionalità della versione consumer: a partire dalle chat di gruppo fino alle chiamate vocali e video, senza dimenticare la possibilità di modificare o eliminare i messaggi inviati e il sistema di sicurezza basato sulla crittografia end to end. Insomma, non è proprio la fine del servizio in generale, ma è senza dubbio la fine della piattaforma come la conosciamo.
Nonostante i problemi che si sono susseguiti nel tempo, è rimasta sempre una piattaforma molto solida e robusta, scrive Techcrunch. Sono state implementate funzionalità come i messaggi di gruppo o la possibilità di inviare emoticon e file multimediali. Nel 2013, infine, sono arrivate anche le chiamate e le videochiamate, insieme alla compatibilità con altri sistemi operativi come iOS e Android. Il declino, però, era già iniziato e nel 2016 l’Indonesia rimaneva l’unico Paese in cui l’applicazione di messaggistica dominava ancora il mercato. Tre anni dopo però, non rimane che dire addio al servizio.
Nonostante tutto però, BlackBerry (in collaborazione con l’azienda cinese TCL) continua a produrre smartphone: gli ultimi in ordine di tempo sono il Key2 e il Key2 LE.
Marco Tonelli, La Stampa