Dalla Guido Rota, specializzata in impianti per la zootecnia, il biogas e il biometano, alla Italprogetti fino alla Henraux di Lucca, attiva nella lavorazione del marmo hanno incontrato ad Asmara il presidente eritreo Isayas Afewerki per partecipare al rilancio del Paese dopo la firma degli accordi di pace con l’Etiopia
Da operatori delle energie rinnovabili, a imprese di costruzioni, impiantistica e marmo fino a turismo, allevamento, agricoltura e industrie del trattamento di pellami. In tutto sono 80 gli imprenditori delle piccole e medie aziende italiane che, in coincidenza con la visita in Eritrea del vice ministro degli Esteri Emanuela Del Re, hanno incontrato ad Asmara il presidente Isayas Afewerki e il responsabile degli Affari politici Yemane Ghebreab. Un ciclo di cinque giorni di incontri che ha incluso anche i ministri dei singoli settori economici. Motore dell’iniziativa è la nuova fase di rilancio dell’Eritrea che a luglio ha firmato gli accordi di pace con l’Etiopia. Tre mesi dopo è arrivata anche la decisione all’unanimità dell’Onu di ritirare le sanzioni dal paese del Corno d’Africa, entrato anche a far parte del Consiglio dei diritti umani. Ora gli investitori italiani provano a riscoprire l’ex colonia italiana. È un primo passo, ancora esplorativo, al quale dovrebbe seguire, a marzo, la visita ad Asmara del ministro degli Esteri Enzo Moavero, affiancato da una delegazione della Sace, partner chiave per garantire gli eventuali flussi di investimenti futuri indirizzati dalle aziende italiane. La decisione di aprire un canale è stata presa dagli imprenditori anche sulla scia dell’incontro di ottobre nella capitale eritrea tra il presidente del consiglio Giuseppe Conte, il primo di un premier europeo, e il presidente eritreo Afewerki. E poco prima, dell’intervento di Romano Prodi a sostegno del processo di riconciliazione tra Eritrea ed Etiopia e sul ruolo che l’Europa e l’Italia possono svolgere. La convinzione è che l’Italia possa contribuire alla ricostruzione dell’economia locale, una fase di rilancio che passa attraverso investimenti e crescita, indispensabili per dare lavoro e futuro ai giovani. È stato infatti siglato anche un protocollo d’intesa tra il Centro di formazione internazionale dell’Università La Sapienza di Roma e l’Università di Asmara per la nascita di un polo ingegneristico del Corno d’Africa. Nella delegazione, l’impresa meccanica Guido Rota, specializzata in impianti per la zootecnia, il biogas e il biometano, la toscana Italprogetti (impiantisca per concerie), la Henraux di Lucca, attiva nell’estrazione e lavorazione del marmo, una delle risorse dell’Eritrea, poi l’azienda di allevamento di cavalli per le competizioni, Sistemaeventi. Poi le imprese del settore alimentare: Grifo Latte che ha gettato le basi per una joint venture nella produzione di alimenti freschi e la vinicola Goretti. Al loro fianco anche esponenti di Intesa Sanpaolo che potrebbe valutare il supporto agli investimenti delle aziende italiane.
Daniela Polizzi, Il corriere della sera