Il ministro per i Beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, annuncia corposi cambiamenti nella politica tariffaria per gli ingressi ai musei statali italiani.
Vuole davvero abolire le giornate gratuite, ministro?
«Non solo non le aboliremo, ma le aumenteremo. Ma vorrei cominciare dalla novità più rilevante che riguarda i giovani. Dal 2019 tutti gli under 25, italiani e stranieri, pagheranno solo 2 euro di ingresso. Le nuove generazioni dovranno ereditare il nostro patrimonio culturale ed è doveroso metterle nelle condizioni di conoscerlo, amarlo, ritenerlo “proprio”. Un ingresso semplicemente gratuito sottrarrebbe una doverosa quota di responsabilità nella scelta. Ma questo strumento ci mette nelle condizioni di non impoverire gli introiti e di non sottrarre risorse ai nostri bilanci. L’idea è venuta dalla base, dai direttori dei musei. Ci sarà, naturalmente, una adeguata campagna di conoscenza dello strumento, di sensibilizzazione dei ragazzi, in Italia e all’estero».
E l’ingresso gratuito a chi ha più di 65 anni?
«In questo momento, la fascia sociale che in Italia ha bisogno di maggior sostegno è rappresentata dai giovani. Infatti stiamo studiando ulteriori misure di tariffe agevolate per gli under 25 sia per il teatro che per il cinema, proprio per favorire la conoscenza di questi mondi da parte dei ragazzi. Ma, come vedremo adesso con gli ingressi gratuiti, ci saranno numerose opportunità gratuite anche per gli anziani, per gli interi nuclei familiari».
A proposito: e il bonus di 500 euro per i 18enni che lei aveva messo in discussione?
«Resterà e diventerà strutturale, non più incerto o rinnovabile in base agli annunci elettorali, com’è avvenuto in passato. Saranno apportati dei correttivi tra cui un’attenzione alle diverse fasce di reddito. Le risorse per il 2020, quando siamo arrivati noi, non c’erano. Chiederemo l’aiuto e il concorso delle industrie culturali, sollecitando sconti per chi usa quel bonus».
Allora eccoci agli ingressi gratuiti. Prime domeniche senza biglietto abolite?
«Vorrei premettere che le decisioni arrivano dopo un attento, prolungato ascolto dei direttori dei musei statali, in diverse, animate e molto libere riunioni. Le prime domeniche, soprattutto nell’alta stagione turistica, si risolvono in resse spesso ingovernabili nei grandi attrattori: Colosseo, Uffizi, Pompei…. Allora ecco l’itinerario, messo a punto dopo i confronti con chi dirige i musei. Le giornate gratuite annuali diventeranno 20. Rimarranno gratuite le prime domeniche del mese nella bassa stagione turistica, diciamo da ottobre a marzo, quando minore è la pressione dei turisti stranieri. Poi ci sarà una intera settimana gratuita che servirà come lancio ideale della nuova stagione turistica: quest’anno sarà nel mese di marzo. Rivolgo qui un appello ai musei comunali e privati: spero vogliano allinearsi al calendario dei musei statali, per garantire un’offerta omogenea, nello spirito di un sistema-Paese che funzioni. Resteranno poi a disposizione dei singoli direttori dei musei altre 8 giornate gratuite che potranno decidere di utilizzare in base alle necessità e ai flussi turistici: anche suddividendo le giornate in fasce orarie. Prendiamo il Colosseo. Ha una massa d’urto enorme fino alle 15. Magari la direzione può studiare facilitazioni di ingresso per gli abitanti di Roma dalle 16 in poi. Oltre a queste misure strutturali, se servissero ulteriori giornate gratuite aggiuntive, per promuovere determinati siti o reti museali, si potrebbe pensare , in accordo con i direttori interessati, a un piano specifico di ampliamento».
Pensa che i sindaci e gli altri interlocutori la ascolteranno, così com’è avvenuto con il calendario delle prime domeniche gratuite deciso dal suo predecessore Dario Franceschini?
«Penso sarebbe giusto porsi in un’ottica di funzionamento del sistema. Certo, quando c’è di mezzo un atteggiamento ideologico, di schieramento, le soluzioni non sono mai ottimali».
Corriere della Sera