Sulle rinnovabili, L’Ue danneggia l’Italia… scoprite perché

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Rinnovabili: l’Unione europea alza l’asticella e inguaia l’Italia. Ora, per raggiungere i nuovi obiettivi sui consumi energetici lordi previsti dall’accordo sottoscritto da Commissione, Consiglio e Parlamento Ue saranno necessari investimenti aggiuntivi per almeno 17 miliardi. In pratica, i 70 miliardi previsti dalla Strategia energetica nazionale approvata nella scorsa legislatura non bastano più, dovendo arrivare almeno a quota 84 miliardi se si vorranno rispettare i paletti posti dall’Europa.

Il calcolo è il frutto di un lavoro compiuto dagli analisti dell’Osservatorio Oir, i quali hanno aggiornato il Rapporto 2018 alla luce degli accordi sottoscritti a livello europeo che hanno portato dal 27 al 32% la quota di energia che dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili da qui al 2030. Aver alzato l’asticella avrà ripercussioni anche per l’Italia, ovviamente, che aveva appena inserito gli obiettivi europei all’interno della Strategia energetica nazionale, approvata dal Parlamento nella precedente legislatura. Secondo il documento che Repubblica ha potuto visionare, “la quota di generazione di fonti rinnovabili sui consumi elettrici dovrà passare dal 55 al 65% e la generazione totale da 184 a 218 terawattora”. Questo significa che “l’aumento si traduce in 22 TWh addizionali da solare e 12 addizionali da eolico”.

Tutto così semplice? Non proprio, perché a questo punto occorre che il nuovo governo sostenga il settore e provveda con interventi che favoriscano quanto meno il repowering degli impianti esistenti. Con una prova sul campo con la quale si potrà misurare – anche nel settore energia – la coesione di Lega e Cinquestelle. Si legge, infatti, nell’aggiornamento al rapporto: “In uno scenario che tenga conto della massima ottimizzazione del parco eolico e fotovoltaico installato attraverso interventi di repowering, nel periodo 2018-2030 si dovranno installare ogni anno 4,9 GW di capacità (rispetto ai 0,86 GW del 2017 e ai 3,7 GW necessari per gli obiettivi SEN), di cui 3,9 GW di FV e 0,7 GW di eolico”. Un risultato possibile? Molto difficile, considerando che negli ultimi tre anni “in Italia sono stati installati in media 355 MW di eolico e 360 MW di fotovoltaico ogni anno”.

Inoltre, per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Ue occorrono investimenti ingenti. L’aggiornamento del rapporto Oir fissa il nuovo conto: “Il fabbisogno finanziario di tale crescita (contando l’ottimizzazione del parco installato attraverso interventi di repowering) è quantificabile in circa 87 miliardi di euro nel periodo 2018-2030, per un esborso annuo di circa 6,7 miliardi nel periodo 2018-2030. Il fabbisogno finanziario per raggiungere gli obiettivi SEN stimato precedentemente era di circa € 70 miliardi nel periodo 2018-2030, per una spesa annua di € 5,4 miliardi”.

Le conclusioni non possono essere positive. Nonostante in Italia le rinnovabili siano cresciute molto negli anni passati, gli operatori ora lamentano un rallentamento e la mancanza di politiche a sostegno, per esempio, delle operazioni di rifacimento e potenziamento degli impianti esistenti. Il che potrebbe rendere ancora più difficile l’installazione di nuovi impianti per raggiungere gli obiettivi Ue. Considerazioni che si trovano anche nella parte finale del documento. I nuovi obiettivi – si legge – appaiono “ancora più sfidanti considerando che il 2018 sembra ormai perso, vista l’attuale fase di incertezza che blocca i primi provvedimenti. come il decreto Fer, necessari per accelerare nuove installazioni, almeno in una prima fase fino al 2020”.

Luca Pagni, Repubblica.it