Sharing mobility, svolta italiana nella mobilità sostenibile

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In Italia la mobilità sostenibile piace. Carsharing, carpooling e bikesharing vanno per la maggiore, rivoluzionando il concetto di spostamento all’interno delle nostre città. Questo è ciò che si evince dall’ultima edizione del Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility presentato qualche giorno fa e realizzato dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility con il supporto del Ministero dell’Ambiente e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. La crescita della mobilità condivisa – la sharing mobility appunto – è certificata dal fatto che ormai sono oltre 18 milioni gli italiani che hanno scelto di sfruttare questo servizio nella loro quotidianità, un numero molto incoraggiante se si pensa che corrisponde al 28% della popolazione. Car e bike sharing, ovvero il noleggio per un tempo limitato senza assistenza di personale di auto e bici disseminate in tutta la città e che poi possono essere lasciate dappertutto e non nel punto di prelievo, e car pooling, l’uso condiviso di veicoli privati tra due o più persone che devono percorrere uno stesso itinerario o parte di esso, sono cresciuti a dismisura: nel 2017 le biciclette per il bikesharing hanno superato le 40 mila unità, le auto per il carsharing sono circa 8 mila e vengono usate da un milione di utenti mentre il carpooling è stato scelto da ben 2 milioni e mezzo di persone. Scendendo nel dettaglio delle singole modalità di sharing mobility, il rapporto spiega come per quanto riguarda il carsharing il numero di veicoli disponibili dal 2013 a oggi è quintuplicato, anche se pecca del servizio è ancora la ridotta capillarità della presenza sul territorio: il 43% delle auto è in servizio solo a Milano, il 24% a Roma, il 15% a Torino e l’8% a Firenze. Il 90% del carsharing si concentra quindi in appena quattro città, ancora troppo poco. Mentre il bikesharing si sta rivelando come il vero gigante del settore: in appena un anno il servizio è cresciuto del 147%, e le circa 40 mila biciclette in 265 Comuni rendono l’Italia il paese europeo con la maggior diffusione in termini di numero di servizi attivi, ben 286. In grande crescita anche il carpooling, con un incremento di utenti registrati al servizio, in tre anni, del 350%. A dare man forte allo slancio della mobilità sostenibile anche il nuovo servizio di scootersharing elettrico, che ha preso il via dal 2017 a Milano e Roma. Totalmente assenti nel 2016, oggi i motorini elettrici rappresentano il 68% della flotta complessiva di scooter in circolazione. Insomma il fenomeno della sharing mobility è in espansione, tant’è che il 54,4% degli intervistati dall’indagine del rapporto ha dichiarato di conoscerne le caratteristiche o comunque di averne sentito parlare e che è disponibile ad usufruire del servizio lasciando a casa la propria auto. Lo testimonia anche la crescita in generale dei veicoli a emissioni zero: è elettrico il 27% degli scooter e delle auto condivise che circolano nelle nostre città. La rivoluzione verde della mobilità sostenibile passa dunque da sharing mobility, veicoli elettrici ma non solo. Potenziando mezzi pubblici, estendendo lo smart parking e allargando le zone a traffico limitato si creano le condizioni per aumentare la domanda di car e bike sharing e quindi l’offerta, oggi concentrata prevalentemente solo nelle grandi città, come testimonia il rapporto. La tecnologia consente soluzioni semplici e a basso prezzo, seguendo il filone del cambio di domanda, più elastica e meno rigida. L’industria della mobilità sta cambiando forma, ma l’obiettivo finale di tutto il settore è sempre lo stesso: ridurre l’uso del mezzo privato – ma anche il suo acquisto, per incrementare il parco di veicoli green in circolazione – per migliorare la congestione delle strade che percorriamo quotidianamente, inquinamento e qualità della vita.

di Alfredo De Girolamo, Huffingtonpost