
Dal prossimo 1° giugno sarà operativa la nuova indagine Audiweb 2.0 sulle audience dei siti internet in Italia. I primi dati di ascolto quotidiano saranno disponibili dopo tre-quattro giorni, mentre per quelli medi mensili si dovranno attendere i consueti 45-60 giorni (quindi fine luglio-agosto).
Nel consiglio di amministrazione di Audiweb, tenutosi lo scorso 28 marzo, è stato anche affrontato il tema Facebook, ovvero l’entità dell’intervento del colosso Usa nella ricerca Audiweb. Intervento che, come ribadito nel corso del cda, sarà minimo e riguarderà solo il dato di audience giornaliera (quindi non la media mensile): i dati giornalieri raccolti dall’algoritmo di Nielsen (cui Audiweb ha affidato l’indagine, mentre Auditel, per la parte web, ha privilegiato ComScore) vengono girati a Facebook che possiede la banca dati migliore in Italia (30 milioni di profili di utenti); Facebook ripulisce i dati dai fake users, li colora con l’età e il genere (maschile o femminile) degli users, e poi restituisce il tutto, sempre in forma criptata e anonima, a Nielsen. Stop.
Nonostante questo, però, gli investitori pubblicitari continuano a guardare con sospetto alla nuova indagine Audiweb. E Upa, che è l’associazione rappresentativa delle principali aziende che investono in pubblicità, e che è membro del consiglio di Audiweb, ha espresso al consiglio la sua insoddisfazione. Non piace, in particolare, che una parte della ricerca Audiweb non possa essere controllata da soggetti terzi: impossibile, infatti, esercitare una audit sia sull’algoritmo usato da Nielsen, sia sull’applicazione di quell’algoritmo sui dati di Facebook. Upa, tuttavia, rimane l’unica voce contro, ribadisce tutti i suoi dubbi sulla validità della nuova Audiweb, ma la tensione non è ancora tale da indurla a lasciare Audiweb.
Non siamo, cioè, sul terreno della indagine delle audience radiofoniche, dove Upa non ha invece neppure voluto entrare in Ter (Tavolo editori radio), poiché ritiene che la indagine sulle audience radiofoniche, effettuata col metodo della intervista telefonica (e non col meter, come vorrebbe Upa), sia poco rappresentativa della realtà del fenomeno.
Tornando alla vicenda Audiweb, e all’accordo stretto con Facebook (unico caso al mondo, nel comparto delle indagini sulle audience), vi sono almeno due buoni motivi che Audiweb sottolinea per giustificare la partnership: una volta che si sceglie di collaborare con Nielsen, si sceglie anche Facebook, con cui Nielsen ha un accordo a livello mondiale; e, soprattutto, volenti o nolenti, Facebook è la società che ha la banca dati migliore al mondo, poiché gli utenti, quando si iscrivono al social, in genere dicono la verità nel rilasciare i loro dati anagrafici. Certo, si potrebbero usare altre banche dati (Poste Italiane, Ferrovie italiane, e chi più ne ha più ne metta), ma, al momento, nessuna ha il grado di accuratezza di quella di Facebook.
«La nuova metodologia di rilevazione è basata su varie fonti», spiega Marco Muraglia, presidente Audiweb, «e, tra queste, un big data provider che fornisce parte dei dati utili per rappresentare al meglio il mercato. Nielsen ha selezionato Facebook come il data provider più affidabile per copertura e qualità dei dati di profilazione relativi a genere e età. Questi dati sono elaborati con procedure che garantiscono la completa anonimizzazione e la totale privacy degli utenti. Il nostro Panel resta la fonte principale di calibrazione e verifica. Chiarito che si tratta quindi di informazioni funzionali alla profilazione dell’audience, e non dell’utente, è evidente che non vi è alcuna similitudine né implicazione rispetto alle problematiche emerse con riferimento alla vicenda Cambridge Analytica».
Claudio Plazzotta, ItaliaOggi