I dati di fine anno di Mediaset tra raccolta pubblicitaria e ascolti danno l’occasione all’amministratore delegato, Pier Silvio Berlusconi, di sferrare un nuovo, per quanto antico, colpo alla concorrente Rai. Dalle pagine del Corriere della sera, Berlusconi jr rilancia un vecchio cavallo di battaglia facendo i conti in tasca alla Tv di Stato. Il punto è tutto sulla raccolta pubblicitaria fatta dalla Rai, nonostante il canone: “Chiariamo subito – dice Pier Silvio – io penso che un’offerta televisiva di servizio pubblico sia indispensabile e debba essere lo standard di riferimento su ogni prodotto, dall’informazione all’intrattenimento. Ma la Rai è rimasta un ibrido che vive di canone e pubblicità. E per la pubblicità insegue la tv commerciale. È l’unico caso rimasto in Europa. Oltretutto falsa il mercato e sottrae risorse a un settore già in difficoltà come l’editoria“.
Il mercato televisivo italiano si è ritrovato nel paradosso di un aumento della concorrenza inedito nel continente europeo: “Ci sono più canali gratuiti che in tutti gli altri Paesi d’Europa”, mentre crollava il mercato pubblicitario: “Passato da 10 miliardi a poco più di 6”. Con una torta così ridotta, gli appetiti diventano più fame arretrata: “Se percepisci un canone – ribadisce l’ad di Mediaset – devi avere perlomeno un tetto molto stringente alla pubblicità. A beneficiarne sarebbe tutto il mercato, anche la carta stampata e gli editori più piccoli. E non è questione di limitare la concorrenza: noi abbiamo già dimostrato di reggere la concorrenza sia di chi ha canone e pubblicità, sia di colossi internazionali come Murdoch“.
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