Il direttore del Fatto, Marco Travaglio «Hanno una relazione da diversi anni, ma lui non condivide i segreti delle sue indagini con nessuno. Nemmeno con lei»
«Tutti pensano che i pm amici ti diano un sacco di notizie. Magari. In realtà Henry John Woodcock è una persona rigorosa che non ci ha mai dato né una notizia né un’intervista né tantomeno carte». Marco Lillo è ancora in Procura per tentare di smentire il sospetto che la sua fonte per lo scoop sull’esistenza di un’inchiesta sugli appalti Consip sia stata Federica Sciarelli, mentre il direttore del Fatto Marco Travaglio un po’ si rammarica un po’ sorride.
Perché?
«Perché noi sappiamo benissimo che lui è talmente geloso delle sue indagini da non condividerne i segreti nemmeno con lei, con cui ha una relazione da diversi anni. E infatti non le ha detto nulla e lei non ha detto nulla a noi. Ma ovviamente Marco Lillo si sente in colpa per averla esposta».
Le telefonate in corrispondenza della perquisizione hanno insospettito.
«Ma, come ha spiegato, Marco Lillo già sapeva che la perquisizione era in corso. Ha chiamato Federica solo per sapere se era presente anche Woodcock. Ma le ha solo chiesto se era a Roma. E peraltro Woodcock a lei aveva mentito. La telefonata del giorno dopo era per commentare le sue bugie».
Adesso la accusano di non essere così garantista con altri indagati.
«Il garantismo che c’entra? Una notizia o è vera o è falsa. Questa è falsa».
Che significato ha dire chi non è la fonte?
«Speriamo di scagionare una collega corretta che non ha fatto nulla. E che non ha più il telefonino con cui segue inchieste delicate .
Virginia Piccolillo, Corriere della Sera