Molti credono ai fantasmi e alle streghe, sale a presenze spiritiche benevole o malevole, a morti viventi, e ad arti magiche, ad alcuni fa piacere crederci, altri invece ne hanno paura; c’è chi è poi attratto e incuriosito, anche se non ne è proprio convinto, e chi prova vero interesse, tanto da studiare questi strani fenomeni; infine ci sono coloro che non credono a nessuna spiritualità, sono agnostici e materialisti, e niente può stupirli, anzi deridono le persone che ci credono. Certo è che tutto ciò che ha a che vedere con il paranormale, store meglio ancora se sottoforma di leggende e racconti che si tramandano di secolo in secolo, ha il suo fascino e una particolare forza, può suggestionare chiunque. E comunque libri che ne parlano ce ne sono, e dunque anche un pubblico affezionato. “Genova stregata” (ed. De Ferrari, 2015) è una raccolta di “leggende millenarie e metropolitane”, dice l’autore Alex Marco Pepé, esperto di occultismo e di tradizioni magico popolari: ha già pubblicato diversi libri sullo stesso argomento ed è stato ospite di diverse trasmissioni televisive. È lui ad aver composto questo nuovo libro, “composto” perché il libro è un insieme di tante storie che raccontano la storia di Genova, facendo rivivere i suoi quartieri, le sue vie, le persone che l’abitarono e che vi abitano, e ci riporta usi, tradizioni, costumi della città marittima allungandosi fino in provincia. E tutto è accompagnato dalle pitture-illustrazioni di Daniela Kalepyros.
A molti queste storie possono sembrare delle fiabe, non so se troppo paurose da raccontare ai bambini, ma certo hanno un qualcosa di incantato e di magico e ai più suggestionabili potrebbe venire in mente De Filippo con il suo “Non è vero ma ci credo”. Certo la prima frase che si legge è di Herman Melville e non è delle più confortanti: “Tutta Genova e le sue fortezze, la loro solitudine. La desolazione, l’aspetto selvaggio delle valli che intercorrono sembrano fare di Genova la capitale e il campo fortificato di Satana; fortificato contro gli Arcangeli”. Il libro vuole essere, e in effetti lo è, un modo nuovo di vedere e visitare la bella città approdo di tante culture, e quello che si propone è la suddivisione in quattro percorsi, come un vero e proprio Ghost Tour. Così questa città sul mare, ricca di arte e di storia, di tradizioni, di buona cucina e di luoghi incantevoli da visitare, ora si potrà guardare sotto un altro profilo, forse un po’ più particolare e che sicuramente incuriosisce di più: attraverso l’occulto e la magia. Una città piena di misteriosa energia con luoghi oscuri e sinistri, in cui capitano cose rare e inspiegabili, si sentono profumi e odori particolari, e suoni e voci e rumori che non si sa da dove provengano. Qualcuno l’ha ben definita una “inconsueta carta topografica”: le storie infatti sono collegate, tutte, a vie, piazze, quartieri, case, luoghi che prima c’erano e ora non ci sono più. Pepé ha partecipato in prima persona a questi racconti, oppure li ha solo sentiti oralmente e li ha riportati. Ma certo ha controllato tutto per dare paradossalmente a questa spiritualità quasi un senso di nettezza e corposità, per farla diventare la più “credibile” possibile.
All’interno si possono trovare storie di santi che lottano contro il male, come quella di San’Antonio e il fuoco, di vecchine che vivevano in una via che ora non esiste più. Si legge di dame nere, il cui mantello col tempo si sbiadisce “come se anche per i fantasmi vigesse il principio di decadimento atomico”. Poi ci sono visioni e incontri, storie di diavoli, come quello della musica, o di madri che fanno il patto con il diavolo per vedere realizzati i loro desideri sui figli; e ancora fantasmi, all’opera, per strada, nei conventi, come quelli turbolenti in cui vigeva la lussuria, fatti chiudere dal Papa; e si può entrare in locali in cui gli spiriti si divertono a spaventare le persone, e fanno sbattere le porte ad un orario preciso; si legge di donne messe in prigione, e di donne che tolgono il malocchio, di rose recise che indicano pene d’amore, e poi ancora di fantasmi che si vendicano della loro ingiusta morte o che vengono richiamati dalle sedute spiritiche, o addirittura fantasmi con cui si parla quando per un po’ ritornano in terra. Nel testo si trovano incisioni, detti, scritte su lapidi o scritte nelle vie, e tutto è ben riportato con precisione topica, nomi di vie, di piazze di interi quartieri, di montagne, di fiumi, di case ben riconosciute dove magari ha vissuto un personaggio del luogo (come, per esempio, Paganini).
Chi è di Genova sarà sicuramente contento e interessato a veder nominati i luoghi che magari frequenta o in cui vive o dove casualmente passa. Chi non è di Genova avrà certamente una percezione differente, e sarà comunque motivato e invogliato a visitare la città, straordinaria anche per questo aspetto, non importa se mosso solo da una semplice curiosità.
STEFANIA MICCOLIS