Ho fatto un test su Il Corriere della Sera e su La Repubblica di lunedì 1° febbraio per verificare (dai soli titoli) come l’italiano si stia imbarbarendo perdendo per strade le sue parole anche quando non ce n’è di bisogno. Sia il Corriere sia Repubblica propongono una ventina e più di forestierismi, order look quasi tutti inglesismi. Ecco l’elenco di Il Corriere della Sera: record, diagnosis bad bank, stop, defi cit, top manager, export, family day, gay, caucus, nomination, convention, mail, derby, leader, online, minicar, record, fl op, live, leadership, choc, wrestling, horror, set, plug-in, full hybrid, master, designer, dossier, kamikaze chef, chance, coupé. Ecco l’elenco di La Repubblica: baby, racket, shock, gay, family day, ex, manager, dossier, fly zone, minicar, boss, brand, rapper, pop, derby, show, k.o., in front, test, smog, parking, clochard. Alcuni anni fa, fui testimone di un divertente episodio. Al mattino, in una trasmissione televisiva, ascoltavo con piacere le desolate riflessioni di ospiti che la pensavano come me: amanti della lingua italiana, ostili e impotenti di fronte all’attacco inglese. Ma poi mi accorsi di una curiosa contraddizione e decisi di telefonare per esprimere una ragionevole curiosità: «Apprezzo la battaglia contro gli inglesismi, ma il vostro programma si chiama Coffee break. Non sarebbe più semplice, considerando le vostre idee, Pausa caffè?». Sono passati alcuni anni e il programma, cambiano i conduttori, forse i dirigenti e gli autori, sempre Coffee break si chiama.
di Cesare Lanza “Italia Oggi”