Di Cesare Lanza
Scommettiamo che Babbo Natale non mi esaudirà? Non ho più l’età per scrivergli, posso però confidarvi alcuni desideri, piccolezze, che mi fanno sognare. Da giornalista: interviste che mi piacerebbe scrivere.
Con Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, per sentirmi dire che si è informato su quanto costano una bottiglia di latte, un litro di benzina e l’iscrizione di un bimbo all’asilo. Senza battute, signor ministro. Con Valeria Fedeli, per chiederle se si iscriverà a scuole e università serali, per conquistare i titoli di studio che ha millantato di avere. Con Agnese Renzi, chiedendole il racconto delle fatiche quotidiane che impiega per indurre al buon senso il marito. Con il sottosegretario Maria Elena Boschi, per sapere se e quali obblighi esistano (senza minimamente entrare nella sua privacy), tali da giustificare la sua incredibile promozione a Palazzo Chigi. Con Giorgio Napolitano, presidente emerito, per chiedergli se non voglia, alla sua venerabile età, lasciarci finalmente in pace, senza intromissioni, invadenze, esternazioni insopportabilmente fastidiose. Con il sindaco di Milano (autosospeso) Giuseppe Sala con la speranza di sentirmi dire che prova almeno un pizzico di imbarazzo: per le celebrazioni che i mass media gli dedicano, mentre torturano Virginia Raggi, meschina sindaca di Roma. A mio parere, assai meno criticabile di lui. E infine un’intervista con me stesso per chiedermi: ma davvero sei stupido al punto da inseguire queste illusioni? Ebbene sì, lo sono. E scriverò a tutti per averle, queste utopistiche interviste. Scommetto che non le avrò. E vi riferirò.
Cesare Lanza, La Verità