Chi perde paga pegno. Ecco le regole per giocare

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di CESARE LANZA

gian-piero-gasperiniScommettiamo che… No, oggi non scommettiamo niente. Un giorno di tregua, per rispondere a u n tifoso bresciano, presumibilmente antagonista dell’Atalanta (ieri l’ho esaltata), che mi sfida a scommettere sulla promozione del Brescia in serie A; e mi chiede perché non ho avuto il coraggio di fissare una puntata precisa sullo scudetto bergamasco. Rispondo: non credo che ce la farete a salire in A, però non mi va neanche di puntare contro, i bresciani mi sono simpatici come i bergamaschi. Giusto, invece, fissare una puntata concreta. Spesso non ci riesco: esprimo opinioni e intuizioni, ad esempio sono orgoglioso di aver previsto, qui, il successo di Donald Trump. Quanto all’Atalanta, qual è una giusta quota per lo scudetto? Il Leicester, in Inghilterra, era quotato 1 a 5.000. Per la formidabile squadra di Gian Piero Gasperini, diciamo 500 o 1.000? Mi accontento di 100: se vinco, voglio 100 abbonamenti (in gradinata) per le partite atalantine, che regalerei ai tifosi adolescenti. Se perdo, ne acquisto uno io, sempre per i posti popolari, di Juve o Roma, di Napoli o Milan, 0 di chi preferite. Quanto alle regole, opportuno fissarle con chiarezza. Il re d’Egitto Farouk I, deposto da Nasser, passava molte serate al casinò di Sanremo. Gli organizzavano un tavolo da poker, lui appestava l’ambiente cibandosi, al tavolo, di enormi frittate con aglio e cipolla. Una sera, dopo vari rilanci, un suo avversario dichiarò: poker di donne. E lui: poker di re. Mischiando disinvoltamente le carte, prendendosi il piatto e dicendo: «Parola di re».

di Cesare Lanza, La Verità