di CESARE LANZA
Scommettiamo che Matteo Renzi non riuscirà a recuperare facilmente il rapporto con Donald Trump? E quanto ci peserà l’indecente disinvoltura con cui si era spinto a sostenere Hillary Clinton? Ahilui, ha stravinto Trump. E ora? Renzi continua a giocare la sua personale partita di potere, infischiandosi del suo ruolo. Perché di ruoli ne ha voluti troppi. In questo caso, come segretario del Pd aveva pieno diritto di sostenere o dileggiare chi volesse. Ma, come capo del governo, no. Il primo ministro ha l’incarico, istituzionale, di pensare agli interessi del Paese, quindi diplomazia e prudenza erano doverose, avrebbero evitato a lui e a noi l’ennesima figuraccia internazionale. Di più: Renzi, a urne aperte, si è comportato come un vitellone da bar. Ecco la sua battuta: «È positivo che i sondaggisti si siano sbagliati…», alludendo con una risata alle previsioni che indicano il No strafavorito per l’imminente referendum. Capisco che l’incubo del 4 dicembre sia una fissazione per Matteo, il suo futuro è legato a quel giorno. Perciò si illudeva, scioccamente, di trarre vantaggi per sé, vellicando Hillary e inginocchiandosi gioiosamente davanti a Obama. Ma ha offeso Trump, un gigante (per scaltrezza, esperienza e anche sfrontatezza) in confronto a lui. Lo sa, Matteo – tanto per ricambiare le sue battute da bar – che Trump ha sconfitto perfino le stelle? Nei giorni del trionfo mister Donald, segno astrologico Gemelli, aveva contro, oltre a questo mondo e quell’altro, perfino il micidiale Saturno! E Renzi pensa di cavarsela, ridendo, con il solito giro di valzer?
di Cesare Lanza, La Verità