di CESARE LANZA
Scommettiamo che il mondo del calcio farà ancora molta fatica, prima di riuscire a darsi regole eque e moderne? Ce lo ricordano alcuni ultimi, chiassosi, episodi. Il goleador Graziano Pellè, che è uscito dal campo insolentendo il commissario tecnico Giampiero Ventura senza stringergli la mano, è stato escluso dalla Nazionale. Giustissimo. Il comportamento del calciatore è inaccettabile, tanto più che alla Nazionale Pellè deve moltissimo: ha segnato qualche gol, ha così ottenuto una visibilità per lui impensabile, ha avuto la fortuna di essere ingaggiato da un club miliardario cinese con un compenso pazzesco, sproporzionato rispetto alle sue (mediocri) qualità. Ineccepibile la sanzione. Ma quanti altri giovincelli, «montati» come lui, si comportano peggio di lui – anche in Nazionale – senza un castigo? Vi propongo anche il caso del Sassuolo, condannato a tavolino a una sconfitta per 3-0 col Pescara, in conseguenza di una banale distrazione burocratica. Una stupidaggine. In campo aveva vinto, dominando gli avversari. È giusto? Certamente no. Per buon senso, sarebbe stata sufficiente una multa, comunque una lieve sanzione. Invece il suo campionato è compromesso e la squadra che ha beneficiato di una vittoria fortunosa risulta avvantaggiata, ingiustamente nel merito sportivo, rispetto alle avversarie. E chissà quanto ci vorrà per cambiare questa regola sciocca. Il calcio è stravolto dal denaro che le televisioni spendono per assicurarsi i diritti delle trasmissioni, i procuratori ne sono padroni, grazie alle cifre incredibili per la compravendita di campioni veri 0 presunti. Lo sport cede il posto allo show e a incoerenti colpi di scena. Durerà?
di Cesare Lanza, La Verità