Omicidio colposo e lesioni i reati contestai all’imprenditore. Che ha detto: ” Sono stato condannato per reati che non ho commesso”. Il pm: “Queste morti si potevano evitare”. Un anno e 11 mesi per l’ex ministro Corrado Passera, assolto Roberto Colaninno
Carlo De Benedetti e Corrado Passera condannati. Roberto Colaninno assolto. E’ quanto deciso dal tribunale di Ivrea nell’ambito del processo per le morti da amianto fra gli ex operai Olivetti della città piemontese. La sentenza più dura è quella nei confronti di Carlo De Benedetti. L’accusa aveva chiesto nei suoi confronti 6 anni e 8 mesi per omicidio colposo e lesioni, il giudice Elena Stoppini ha accolto in parte la richiesta e lo ha condannato a 5 anni e due mesi. 13 in tutto le condanne. Tra queste spicca quella all’ex ministro del governo Monti Corrado Passera: per lui un anno e 11 mesi di carcere. Fra i tre assolti figura Roberto Colaninno, che era chiamato in causa per un solo caso di lesioni colpose.
“Sono stupito e molto amareggiato per la decisione del Tribunale di Ivrea di accogliere le richieste manifestamente infondate dell’accusa. Sono stato condannato per reati che non ho commesso”: sono state queste le prime parole di Carlo De Benedetti dopo la sentenza del processo Olivetti. L’imprenditore, dopo aver annunciato che presenterà ricorso in appello, si è detto “fiducioso della totale estraneità rispetto ad accuse tanto infamanti quanto del tutto inconsistenti”. Una presa di posizione diametralmente opposto a quella del pm Laura Longo, secondo cui “la soddisfazione in questi casi è relativa, perché si è di fronte all’ennesima tragedia dell’amianto. Queste – ha aggiunto – erano morti che si potevano e si dovevano evitare”.
La procura di Ivrea, come detto, aveva chiesto la condanna a 6 anni e 8 mesi dell’imprenditore Carlo De Benedetti al processo per la morte, secondo l’accusa, legata all’esposizione all’amianto sul luogo di lavoro, di alcuni ex dipendenti dell’Olivetti. Per Franco Debenedetti la pena proposta era di 6 anni e 4 mesi. Entrambi hanno ricoperto incarichi di vertice nell’azienda eporediese (Carlo De Benedetti è stato amministratore delegato e presidente del cda dal 1978 al 1996, Franco Debenedetti amministratore delegato dal 1978 al 1989) e, per i pm Laura Longo e Francesca Traverso, non hanno fatto prendere in tempo utile gli indispensabili provvedimenti per tutelare la salute dei lavoratori: dalla bonifica dei luoghi alla rimozione di una sostanza nociva come il talco dai cicli di lavorazione. Per Corrado Passera, invece, la richiesta era di 3 anni e 6 mesi: l’ex ministro era chiamato in causa come consigliere amministratore delegato dal 1992 al 1996.
Parallelamente i legali di parte civile (familiari delle persone decedute e Inail) avevano avanzato richieste di risarcimento per oltre cinque milioni di euro, andate a sommarsi al milione e cento chiesti nella precedente udienza da Comune di Ivrea e Città metropolitana di Torino. “Quello che abbiamo voluto far emergere – aveva detto in sede di richiesta l’avvocato Laura D’Amico, che rappresenta le famiglie per conto della Fiom-Cgil – è che l’organizzazione aziendale, al di là degli organigrammi formali, era di tipo assolutamente verticistico per cui le responsabilità riguardo anche alla sicurezza erano in capo ai massimi vertici, che dunque vanno ritenuti direttamente responsabili: non a caso, nessuno dei dirigenti di livello inferiore, come ad esempio i direttori di stabilimento, è imputato in questo processo”. Il procedimento riguarda la morte di tredici ex dipendenti per amianto tra la fine degli anni ’70 e ’90.
Il Fatto Quotidiano