Inghilterra e Galles votano per uscire dall’Unione, Scozia e Irlanda del Nord per restare. Nigel Farage, leader storico degli euroscettici dell’Ukip canta vittoria: “E’ il nostro Indipendence Day. Questa è l’alba di un Regno Unito indipendente, è arrivato il momento di liberarci da Bruxelles”. Male le Borse, crollano le asiatiche. Spread in forte rialzo
Il Regno Unito è fuori dall’Unione Europea: nel referendum sulla cosiddetta Brexit i cittadini britannici hanno votato con il 52% per l’uscita dall’Ue. Il leader storico degli euroscettici dell’Ukip, Nigel Farage, canta vittoria: “Questa è l’alba di un Regno Unito indipendente, oggi è il nostro Independence Day, è arrivato il momento di liberarci da Bruxelles”. Alla domanda se Cameron, che ha indetto il referendum nel 2013 e una campagna per rimanere nella Ue, dovrebbe dimettersi Farage ha detto: “Immediatamente“. La decisione del premier arriva in una conferenza stampa a Downing Street poco prima delle 9.30: “Ci dovrà essere un nuovo primo ministro eletto a ottobre” che dovrà guidare i negoziati con l’Ue”.
I primi dati e le prime analisi avevano fatto pensare ad una vittoria del fronte Remain. Poi, via via che i numeri ufficiali hanno iniziato ad affluire, ci si è resi conto che la realtà era radicalmente diversa da quella prospettata da sondaggisti e analisti. I primi ad accorgersene sono stati i mercati che, dopo un apertura entusiastica, spinta dai sondaggi effettuati a urne aperte, hanno fatto segnare una netta inversione di tendenza facendo sprofondare la sterlina a livelli che non conosceva da metà anni ottanta.
Poi sono arrivati i broker, che hanno deprezzato la vittoria del Leave. Uno dopo l’altro sono arrivati i risultati delle periferie, delle campagne, di quelle zone del paese che maggiormente si trovano a dover fare i conti con un mercato del lavoro sempre più difficile, con la paura dell’immigrazione e la frustrazione di non riuscire a garantire un futuro dignitoso per i propri figli. Sono loro i fautori della vittoria del fronte Leave. Una classe popolare spaventata dal futuro, insoddisfatta dal proprio presente, che preferisce compiere un salto nel buio votando la Brexit.
Un evento deflagrante, che porta la firma della destra populista, quella dell’Ukip di Nigel Farage, quella dei conservatori euroscettici di Boris Johnson. Quella di chi ha condotto una campagna – a tratti violenta – contro l’immigrazione e contro l’integrazione. Una vittoria, quella del Leave, che è stata strappata con le unghie e con i denti contro il volere e le previsioni della finanza, contro il volere e le previsioni dei poteri forti, contro i sondaggi, contro gli appelli, contro l’opinione e gli sforzi dei principali partiti e dei leader internazionali. La Brexit ha vinto. Circa 17 milioni di britannici (il 52% degli elettori) hanno segnato il destino del Paese, aprendo una ferita profonda, destinata a far sentire le sue conseguenze anche nel resto del Continente, chiamato ora a fare i conti con un’ondata di euroscetticismo senza precedenti.
La realtà è che il risultato del referendum, consegna alla storia un Paese frammentato e c’è da immaginarsi che le conseguenze, prima ancora che su un piano internazionale, si faranno sentire in terra britannica. Scozia (dove il Remain ha vinto in tutti i 32 distretti in cui è suddiviso il Paese con 1.661.191 voti contro i 1.018.322 andati al Leave, con un’affluenza del 67,2%) e Irlanda del Nord (ha vinto il fonte degli euroconvinti con 440.437 voti, il 55,78% dei voti , contro i 349.442 andati agli euroscettici, con un’affluenza del 62,9%) hanno votato per rimanere, il Galles e l’Inghilterra per uscire. Una frattura che tornerà a far parlare di separazione.
Un’ipotesi ventilata nelle settimane della campagna elettorale, che ha trovato subito conferma nelle in dichiarazioni ufficiali pronunciate questa mattina, a risultati non ancora definitivi. Il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon ha prima espresso soddisfazione per il risultato del suo Paese, sottolineando che “Tutta la Scozia è per il Remain”, aggiungendo poi che vede il futuro del proprio Paese “come parte dell’Unione Europea”.”La Scozia – ha ricordato, parlando prima dell’ufficializzazione della vittoria della Brexit – ha contribuito in modo significativo al voto per restare. Questo riflette la campagna positiva che il Partito nazionale scozzese ha combattuto, sottolineando i benefici dell’adesione alla Ue, e la gente in Scozia ha risposto in modo positivo”.
Reazione speculare anche Irlanda del Nord, dove a parlare è lo Sinn Fein che non ha tardato a far sapere che l’esito del voto accelera il processo di separazione dal Regno Unito. Il presidente onorifico del partito repubblicano nordirlandese, Declan Kearney, ha fatto sapere che la vittoria della Brexit deve portare a un nuovo referendum sull’unità dell’Irlanda. “Il governo britannico ha perso ogni mandato che doveva rappresentare gli interessi economici o politici dell’Irlanda del Nord”, ha detto il leader della formazione, l’ex braccio politico dell’esercito repubblicano irlandese (IRA).
Male le Borse, crollano le asiatiche – La sorpresa è stata forte e i crolli sui mercati proporzionati: nelle ore dello spoglio i listini sono crollati (sterlina -10%, la Borsa di Tokyo ha toccato punte di calo dell’8%, i futures sull’avvio della Borsa di Londra sono arrivati a cedere il 9%), mentre i beni rifugio (oro e derivati sui titoli di Stato Usa) stanno ovviamente correndo.
Il mercato azionario di Tokyo – che ha applicato il ‘circuit breaker‘ per inibire le funzioni di immissione e modifica degli ordini limitando i ribassi troppo elevati – è il listino borsistico aperto durante lo spoglio del voto che ha accusato maggiormente il colpo, arrivando a perdere con l’indice Nikkei fino all’8,17%, lasciando sul terreno oltre 1.300 punti. La Banca del Giappone è pronta a fornire liquidità, se necessario, per garantire la stabilità dei mercati, ha detto il governatore, Haruhiko Kuroda.
Hong Kong scende oltre il 4%, con Seul, Sidney e Mumbai che cedono più del 3%. Meno accentuati (attorno ai due punti percentuali) i cali di Singapore, Bangkok e Jakarta, mentre anche le Borse cinesi – che in un primo momento hanno provato a tenere – dopo la la pausa di metà seduta raddoppiano le perdite: Shanghai perde scende di oltre il 2% e Shenzhen più del 3%.
DIRETTA – ORA PER ORA
Ore 9.45 – Renzi: “Cambiare l’Ue, ma è il nostro futuro” – “Dobbiamo cambiarla per renderla più umana e più giusta. Ma l’Europa è la nostra casa, è il nostro futuro”. Così Matteo Renzi su Twitter.
Ore 9.45 – Ue, sabato a Berlino riunione degli Stati fondatori – Il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier invita i suoi omologhi degli stati fondatori dell’Ue per consultazioni a Berlino sabato mattina. Lo si legge in un tweet del ministero degli esteri tedesco.
Ore – 9.40 – Martedì riunione straordinaria dell’Europarlamento – Il Parlamento Europeo si riunirà per una sessione straordinaria sulla Brexit martedì prossimo. Questa, a quanto si è appreso, la decisione maturata dalla conferenza dei presidenti dei gruppi politici ancora in corso. Il Pe chiederà a Londra di formalizzare la richiesta di uscita dall’Ue e l’applicazione dell’articolo 50.
+++ Ore 9.26 – Cameron lascia: “Nuovo premier guiderà l’uscita” – David Cameron lascia. Il premier ha comunicato la propria decisione in una conferenza stampa a Downing Street poco prima delle 9.30: “Ci dovrà essere un nuovo primo ministro eletto a ottobre” che dovrà guidare i negoziati con l’Ue”.
Ore 9.18 – Borse, Madrid apre a -7% – La borsa di Madrid perde in avvio oltre il 7%. In tensione in modo particolare i titoli di Telefonica.
Ore 9.17 – Borse, Francoforte apre a -9,9% – Alla Borsa di Francoforte l’indice Dax apre in calo del 9,94% a 9.237 punti.
Ore – 9.15 – Borse, Parigi apre a -7.87% – La Borsa di Parigi apre in calo del 7,87% a quota 4.114 punti.
Ore 9.14 – Borse, Londra giù dell’8% – La Borsa di Londra crolla. L’indice Ftse 100 a poche battute dall’avvio cede l’8%.
Ore 9.09 – Corbyn (Labour): “Non mi dimetto” – Il leader dei laburisti Jeremy Corbyn, sostenitore del Remain, ha affermato che non si dimetterà a causa dei risultati del referendum. “Non mi dimetto”, ha affermato come riferisce Sky News via Twitter.
Ore 9.02 – Borsa di Milano non fa prezzo, sospeso il listino – Praticamente tutti i titoli principali di Piazza Affari non riescono a fare prezzo in avvio e sono stati posti in asta di volatilità: l’indice Ftse Mib (-0,1%) di fatto non può essere indicativo.
Ore 8.52 – Tusk: “Momento politicamente drammatico” – “Non nascondo che volevamo un risultato diverso – il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk – sono pienamente cosciente di quanto grave e anche drammatico sia questo momento politicamente. Non c’è modo di prevedere tutte le conseguenze politiche”.
Ore 8.50 – Gentiloni al Consiglio Ue di Lussemburgo – Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sarà oggi pomeriggio a Lussemburgo per partecipare alla riunione dei ministri Ue inizialmente prevista a livello di affari europei.
Ore 8.45 – Riunione a Palazzo Chigi tra Renzi, Visco e Padoan – Si è tenuta questa mattina presso la Sala Situazioni della Presidenza del Consiglio una riunione sugli esiti del referendum inglese, convocata da Matteo Renzi. Lo si apprende da fonti di palazzo Chigi. Alla riunione hanno partecipato il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il Ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Marco Minniti e il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.
Ore 8.44 – Spread tocca quota 190 punti, poi scende a 170 – Brusche oscillazioni degli spread. Il differenziale tra Btp e Bund è schizzato fino a 191 punti base per poi ripiegare sotto quota 170 a 165 punti. Il divario tra i decennali di Spagna e Germania ha sfiorato i 200 punti base e ora si è ridotto a 173 punti.
Ore 8.37 – Farage: “L’Ue sta morendo, altro Paesi ci seguiranno. Anche l’Italia” – “L’Unione europea sta fallendo e altri Paesi seguiranno il nostro esempio come Danimarca, Svezia, Austria e anche l’Italia”, ha dichiarato Nigel Farage, leader del partito euroscettico Ukip.
Ore 8.35 – Farage: “Ora serve governo Brexit” – “Ora c’è bisogno di un governo Brexit, che faccia il suo lavoro, che inizi subito il processo di rinegoziazione”, ha detto il leader dell’Ukip, Nigel Farage.
Ore 8.32 – Schaeuble: “Ora l’Europa deve restare unita” – “L’Europa dovrà adesso rimanere unita, insieme dobbiamo tirare fuori il meglio dalla decisione dei nostri amici britannici”, ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. “Rispettiamo il risultato – ha aggiunto Schaeuble – anche se mi ero augurato un altro esito”. Il ministro ha poi detto di essere costantemente in contatto con i colleghi del G7 e che il procedimento per l’uscita dall’Ue è regolato in maniera chiara e verrà utilizzato: “Questo crea affidabilità”, ha concluso.
Ore 8.21 – Borse europee, crollano i futures in avvio – Pesanti cali per i futures sull’avvio delle Borse europee: secondo il circuito Bloomberg i contratti sulla partenza di Parigi sono ribasso fino all’11%, quelli su Francoforte cedono il 10% mentre Londra segna un calo previsto che ondeggia attorno all’8%. La maggioranza degli operatori – in un clima eccezionalmente volatile – vede per Milano un avvio in perdita attorno al 9%, con punte anche a due cifre.
Ore 8.16 – Bank of England: “Pronti piani d’emergenza” – La Bank of England afferma di aver assunto “estensivi piani di emergenza” e afferma di lavorare a stretto contatto con il ministero del Tesoro, le altre autorità del Regno Unito e le banche centrali estere. “La Bank of England sta monitorando attentamente gli sviluppi – afferma l’istituto centrale britannico in una nota -. Ha intrapreso estensivi piani di emergenza e sta lavorando strettamente con il Tesoro di Sua Maestà, le altre autorità domestiche e le banche centrali estere. La Bank of England intraprenderà tutte le azioni necessarie per assumersi appieno le proprie responsabilità sulla stabilità monetaria e finanziaria”.
Ore 8.15 – Vola lo spread: toccata quota 185 punti base – Tempesta sugli spread dopo la Brexit. Il differenziale tra Btp e Bund si è ampliato a 185 punti base in pochi minuti dai 130 della chiusura di ieri, con il tasso del 10 anni italiano in rialzo all’1,7%. Il tasso del Bund è piombato fino al minimo record di -0,17% per poi risalire a -0,15%. Il divario Bonos/Bund balza a 190 punti base.
Ore 8.09 – Bbc: “Brexit vince con il 51,9%” – Quando non ci sono più circoscrizioni da scrutinare, il Leave ha ottenuto il 51,9% dei voti e il Remain il 48,1%, riferisce il sito della Bbc. Per la Brexit hanno votato 17.410.742 elettori mentre per restare nell’Ue i voti sono stati 16.141.241. L’affluenza al referendum viene fissata al 72,2%.
Il Fatto Quotidiano