Investindustrial al rush finale. Cimbri (Unipol): in cordata per tutelare investimento. Per Cairo+Corsera investimenti su digitale e nuovi canali tv
Rush finale per la cordata di Andrea Bonomi che studia il rilancio dell’opa su Rcs-Corriere della Sera: ieri l’a.d. di Unipol Carlo Cimbri è andato nella sede di Mediobanca e, al suo ingresso in piazzetta Cuccia, ha dichiarato di essere «qui per questo», per discutere di una possibile contromossa dopo che Urbano Cairo ha modificato la sua ops venerdì scorso e l’altro ieri, in tarda serata, ha ricevuto l’ok da Consob alle integrazioni fatte nel supplemento all’offerta pubblica di scambio.
Alla Investindustrial di Bonomi insieme alla stessa Mediobanca, Diego Della Valle, Pirelli e Unipol, adesso, non resta che decidere o meno il rilancio dell’offerta pubblica di acquisto, considerando che l’editore di La7 ha già sostanzialmente pareggiato la loro proposta economica. Unico punto fermo per Bonomi & co. sono i tempi, stringenti visto che il rilancio dev’essere fatto entro la mezzanotte di oggi. Ma ieri Cimbri ha aggiunto in un secondo momento che per il rilancio «bisogna avere pazienza. In piazzetta Cuccia ero da solo, non ho visto gli altri della cordata. Unipol (al 4,6% di Rcs) partecipa alla cordata per tutelare l’investimento». Intanto, però, dalle integrazioni di Cairo emergono i dettagli di come l’editore alessandrino abbia intenzione di giocarsi due nuove carte: investimenti e fusione Rcs-Cairo communication. Agli azionisti Rcs che hanno già aderito all’opa, tra il 13 giugno 2016 compreso e ieri, resta la possibilità di non accettare le modifiche e quindi di poter recedere entro due giorni lavorativi dalla data di pubblicazione del supplemento.
Investimenti per 94-104 milioni è il budget complessivo messo a disposizione da Cairo nel biennio 2017-2018.
Di questi circa 50-60 milioni di euro sono destinati a Rcs per acquisire competenze digitali, un ammontare «non superiore rispetto ai valori storici del gruppo Rcs negli ultimi due-tre esercizi», specifica il supplemento. Per Cairo communication, invece, le frecce nella faretra sono pari a 44 milioni di cui 22 milioni di euro da puntare sul «settore editoria televisiva», 15 milioni per diritti televisivi a sostegno del lancio di nuovi canali tv e i restanti 7 milioni per comprare un «primario» lcn, ossia una numerazione sul telecomando del digitale terrestre. Non sono previsti investimenti ulteriori «relativi alla realizzazione del progetto d’integrazione» mentre «la sostenibilità finanziaria del piano Cairo communication è assicurata dai flussi di cassa netti che si prevede saranno generati dal conseguimento degli obiettivi».
Sui diversi scenari azionari che dipendono da come e quanto verranno diluiti gli attuali principali soci di Cairo communication nel nuovo gruppo editoriale integrato (scenari che variano a seconda del numero di adesioni all’ops), il supplemento precisa i singoli pesi percentuali e i diritti di voto in previsione dell’assemblea straordinaria di Cairo communication, il prossimo 18 luglio, che approverà la proposta di maggiorazione del diritto di voto. Approvazione scontata visto che la Cairo communication fa riferimento per quasi il 72,9% del capitale allo stesso presidente del Torino calcio (per via diretta e indiretta tramite Ut communications spa e Ut Belgium holding sa). L’obiettivo è rendere «maggiormente difficile per un terzo acquisire, o tentare di acquisire, il controllo» del gruppo. Nel dettaglio, se all’offerta dell’imprenditore alessandrino sarà conferito il 35% del capitale Rcs (la soglia minima perché l’ops vada in porto) e la Ut communications spa apporterà la sua quota del 4,724%, allora, Cairo sarà diluito al 56,81%. Senza quest’ultimo conferimento, la partecipazione scenderà al 53,15%. Nel caso invece di adesioni al 100%, la sua quota sarà del 37,76%. Comunque, al di là delle differenti ipotesi e grazie al voto maggiorato all’ordine del giorno, l’editore ha messo in sicurezza il suo controllo: infatti, se le adesioni toccheranno il 100%, direttamente e indirettamente avrà complessivamente una percentuale di diritti di voto pari al 54,82%. Mentre in caso di conferimenti al 35%, avrà a disposizione il 72,46%.
C’è anche la delega per la ricapitalizzazione da 70 milioni di euro all’ordine del giorno il 18 luglio, delega che il nuovo prospetto specifica non va per forza esercitata perché non è necessaria per la «realizzazione del processo di integrazione» o per «la copertura del fabbisogno del gruppo Cairo communication nel corso dei 12 mesi successivi alla data dell’offerta». Viceversa, la delega per l’aumento di capitale punta a rafforzare Cairo communication e servirà «qualora emergano necessità finanziarie, a oggi non previste, in relazione all’acquisto della partecipazione di controllo in Rcs, ovvero di cogliere opportunità di sviluppo non considerate nel progetto di integrazione».
Consob ha chiesto nuove garanzie, come emerge infine dal supplemento, per «assicurare il pieno soddisfacimento dei diritti degli investitori aderenti per il caso di inadempimento o inesatto adempimento degli impegni e obblighi assunti dall’offerente. Alla data del supplemento, non sono valutabili gli effetti che potrebbero derivare dalla prestazione di tale garanzia».
Le prossime mosse, tra adempimenti Consob e future due diligence, prevedono, intanto, che il 15 luglio si chiuda l’ops, il 22 luglio venga pagato il corrispettivo per ogni azione Rcs e a fine 2016 ci sia l’approvazione del piano industriale post offerta. Ieri il titolo Rcs ha chiuso a +1,88% a 0,7845 euro, quello di Cairo communication a +0,23% a 4,41 euro.
Italia Oggi