Nagel: Mediobanca non sta preparando alcuna proposta anti-Cairo su Rcs

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MEDIOBANCA: NAGEL, DOMANDARE AI SOCI SU FUTURO SENZA PATTOMediobanca non sta cercando di formare una cordata anti-Urbano Cairo per bloccare la sua offerta sul 100% di Rcs. L’istituto di piazzetta Cuccia sarà solo «destinatario» di eventuali piani alternativi, ha dichiarato ieri laconicamente il suo a.d. Alberto Nagel. Tradotto: Mediobanca non si sta facendo promotrice di una contro-proposta ma al massimo riceverà e valuterà offerte più interessanti e remunerative. Non solo. Sempre ieri, in una nota emessa su richiesta della Consob, Mediobanca ha fatto sapere che non è escluso il mantenimento della quota attualmente detenuta nel gruppo del Corriere della Sera (pari al 6,2% del capitale). La posizione dell’istituto di piazzetta Cuccia punta così a spazzare via le indiscrezioni di stampa, apparse finora, che lo vedevano intento a sondare potenziali investitori tra cui alcuni francesi con l’aiuto di Gerardo Braggiotti di Banca Leonardo. Si è parlato infatti di Vincent Bolloré (Vivendi), Matthieu Pigasse (Le Monde) e Serge Dassault (Le Figaro). Ma è proprio sull’onda di queste ipotesi che «bisogna chiarire tutte le posizioni», ha spiegato ieri il presidente della commissione di Vigilanza della Borsa Giuseppe Vegas. «Abbiamo chiesto un supplemento di informazioni a Cairo e un comunicato a Mediobanca in quanto capocordata di una proposta alternativa, almeno a quanto leggiamo sulla stampa. Così come fa il prete che, in chiesa, deve chiedere a entrambi i futuri sposi se si vogliono sposare». Al di là che Mediobanca si stia muovendo o meno per mettere all’angolo l’editore di magazine e del canale tv La7 nonché socio Rcs al 4,7%, l’istituto di piazzetta Cuccia non ha accolto con particolare favore la proposta di Cairo che non solo è arrivata inaspettata, ossia senza che gli altri azionisti fossero stati avvertiti, ma è stata confezionata per di più col supporto di Banca Imi di Banca Intesa, gruppo «concorrente» di piazzetta Cuccia. Nel dettaglio l’offerta è stata poi giudicata «significativamente a sconto rispetto alle medie degli ultimi mesi», né è piaciuto che l’offerta sia carta contro carta con una valorizzazione di Cairo Communication e una penalizzazione di Rcs. Senza contare che l’editore piemontese ha chiesto come condizione imprescindibile alle banche, tra cui la stessa Mediobanca con un’esposizione per 17,6 mln (4,2% sul totale di 423,6 milioni), di non chiedere per almeno un anno il rientro anticipato del debito e di continuare a mantenere le attuali linee di finanziamento. Ieri sulle vicende Rcs si è espresso anche Carlo Cimbri, a.d. di Unipol (con in portafoglio il 4,6% della Rizzoli), bollando come «sciocchezze» le voci che danno Unipol vicina alle posizioni di Mediobanca. «Noi siamo allineati soltanto ai nostri interessi», ha ribadito Cimbri. Unipol «valuterà qualsiasi eventuale controfferta, se migliorativa», anche se è vero che Cairo «valuta troppo poco Rcs, anche considerando il debito». Come del resto sostiene Mediobanca.

ItaliaOggi