Positivi i dati sul 2015, ma il comparto rischia di perdere slancio: a marzo la variazione è nulla rispetto a febbraio, mentre nel confronto annuo la progressione nel mese è stata solo dello 0,5%. In frenata l’auto che interrompe la serie di rialzi a due cifre iniziati a fine 2014
Su base mensile la variazione è nulla, ma rispetto al 2015 ci sono segnali di ripresa. A marzo, infatti la produzione industriale italiana ha segnato una variazione nulla rispetto a febbraio, ma una crescita dello 0,5% rispetto all’anno prima. Lo comunica l’Istat segnalando che i dati grezzi indicano un calo dello 0,4% nell’anno dovuto all’effetto delle vacanze pasquali cadute proprio nell’ultima settimana di marzo. Nel complesso del primo trimestre dell’anno, la produzione aumenta dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e dell’1,6% rispetto all’anno precedente nei dati corretti (+1,7% nei dati grezzi). Continua, ma frena, la crescita delle produzione italiana di autoveicoli che a marzo ha fatto registrata un +2,4% sul 2015 interrompendo così la serie di aumenti a due cifre che durava dalla fine del 2014: su base trimestrale, comunque, l’aumento è dell’11,9%. L’indice destagionalizzato mensile presenta una sola variazione congiunturale positiva nel comparto dell’energia (+1,2%); diminuiscono invece i beni strumentali (-1,6%), i beni intermedi (-1,2%) e i beni di consumo (-0,7%). In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a marzo 2016, un solo aumento nel raggruppamento dei beni strumentali (+4,3%); segnano invece variazioni negative l’energia (-2,8%), i beni di consumo (-2,2%) e, in misura più lieve, i beni intermedi (-0,3%). Per quanto riguarda i settori di attività economica, a marzo 2016 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a (+7,3%), della fabbricazione di mezzi di trasporto (+1,9%) e delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+1,6%). Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-6,5%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-6,0%) e della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-2,4%).
Repubblica