“Caro Renzi, store i tedeschi ora te la faranno pagare”
Caro Direttore, sembra più un’informativa di polizia che un articolo quello contro Matteo Renzi comparso ieri, con grande evidenza, sul «Frankfurter Allgemeine Zeitung», la Bibbia dell’editoria tedesca letta con puntigliosa attenzione dalle cancellerie di tutto il mondo. Il servizio è ancora più inquietante se si pensa che venerdì è in programma, a Berlino, uno degli incontri più drammatici nella storia dei bilaterali tra la Germania e l’Italia. La cancelliera Angela Merkel e il premier Matteo Renzi, infatti, si confronteranno su immigrazione, banche e flessibilità. Renzi sarà saltato sulla sedia leggendolo perché uno sgarbo di queste dimensioni non si era ancora mai visto. Il Presidente del Consiglio italiano viene attaccato sul piano personale e non solo su quello politico, partendo dalle polemiche per l’incarico alla cybersecutity per il suo fraterno amico Marco Carrai, fino alla gestione dei finanziamenti perle manifestazioni collegate alla Leopolda. Ne esce fuori un ritratto a tinte fosche che mette Renzi certamente in una posizione di debolezza nei confronti di frau Angela. Com’è possibile un attacco di questo genere? È un segnale sconcertante, anche perché per anni il corrispondente da Roma della «Frankfurter» è stato non solo il Presidente della stampa estera ma soprattutto un ambasciatore ombra di Berlino in Italia. I tedeschi hanno sempre agito infatti su più livelli, tradizionali e non. Usando, ad esempio, come centrale di notizie la Fondazione Adenauer, oppure una bella rete di servizi annidata in molte aziende italo-tedesche con sede in Italia. La visita di venerdì per Renzi si presenterà quindi in salita e l’impressione è che a Berlino, e soprattutto a Bruxelles, anche grazie alla Presidenza di turno olandese e al Presidente lussemburghese della Commissione, stiano utilizzando tutte le leve possibili perché il nostro premier accetti il programma lacrime e sangue soprattutto sull’immigrazione con la minaccia, altrimenti, di chiudere le frontiere e scaricare sull’Italia due milioni di disperati in giro per l’Europa. E magari qualcuno a Bruxelles ancora continua a pensare al presidente della Bce Mario Draghi come futuro demiurgo. Ma sono certo che questa volta il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti a una nuova crisi pilotata dai poteri forti internazionali e dai burocrati europei manderà gli italiani a votare.
di Luigi Bisignani “Il Tempo”