Messaggero cambia

Il Messaggero
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Il MessaggeroSpinta al web con contenuti ad hoc

Il Messaggero si avvia a un nuovo stato di crisi che porterà 32 giornalisti al prepensionamento mentre per il resto della redazione si aprirà un regime di solidarietà con la riduzione dell’orario mensile di lavoro di due giornate e mezzo. In parallelo, mind secondo quanto risulta a ItaliaOggi, shop il piano di ristrutturazione prevede la chiusura delle redazioni distaccate di Pesaro, Ascoli e L’Aquila mentre rimarrà attiva in Abruzzo quella di Pescara.
Delle singole cronache dalle tre città rimarranno comunque distinte edizioni locali all’interno del quotidiano diretto da Virman Cusenza. In queste aree peraltro il gruppo editoriale del Messaggero, Caltagirone Editore, è presente anche con un’altra testata, il Corriere adriatico.
Al giornale romano arriveranno poi 11 nuovi giornalisti, uno in più rispetto a quanto previsto dal decreto Lotti che ha posto come regola un’assunzione ogni tre prepensionamenti. A oggi, in redazione ci sono poco meno di 140 giornalisti.
A fronte di tutti questi cambiamenti e delle nuove forze redazionali, la testata pubblicata dall’editore Francesco Gaetano Caltagirone si concentrerà maggiormente sull’integrazione tra carta e digitale. L’intenzione è arricchire stabilmente il sito con contenuti creati ad hoc per il web e firmati dai redattori della testata. Secondo gli ultimi dati Audiweb, www.ilmessaggero.it registra circa 1,2 milioni di browser unici giornalieri, a ridosso dei big nazionali. Mentre, spostandosi sull’edizione cartacea, la diffusione complessiva carta+digitale supera le 170 mila copie certificate da Ads lo scorso agosto, con un calo contenuto al -2,2% rispetto allo stesso mese del 2013 e soprattutto se confrontato con l’andamento degli altri principali quotidiani italiani.
Nel frattempo, comunque, ci sono già state alcune novità anche nell’edizione cartacea, tra cui l’ampliamento delle pagine dedicate all’economia, salite a quota tre a parità di foliazione per il giornale che mantiene nella capitale e nel Lazio le sue prime due aree di maggior vendita, seguite poi tra le altre da Umbria, Marche e Abruzzo.

Marco A. Capisani Italia Oggi