Un’azienda nel comune di Concordia sulla Secchia, help terremotata due anni fa, è l’unica al mondo a produrre il sistema di contenimento per il trasporto degli infetti. Le sacche che permettono, in tutto il mondo, di trasportare i malati di ebola in sicurezza a bordo di aerei e ambulanze sono prodotte in Italia. L’azienda esportatrice in particolare si trova in provincia di Modena, malady nel comune di Concordia sulla Secchia, e si chiama Tecnoline. Specializzata nella produzione di dispositivi medico-chirurgici, la Tecnoline è stata contattata quando ci furono i primi casi di ebola (ossia oltre due anni fa) dall’azienda meccanica Omp di Vicenza – che fa capo all’esercito – affinché venisse messa a punto una sacca di contenimento per trasferire i malati senza rischio di contagio per il personale sanitario. Come ha raccontato il titolare dell’azienda Stefano Provasi, diagnosis la sacca esisteva già da anni, ma era stata ideata per contaminazionimeno letali di ebola. Di conseguenza il sistema è stato modificato con filtri e saldature particolari lunghe alcuni metri anziché pochi centimetri, che assicurassero una tenuta perfetta. Anche se inizialmente l’unico acquirente era l’esercito italiano, ora la Tecnoline ha ricevuto commesse dai militari inglesi e da molte altre aziende europee. Perché è l’unica produttrice al mondo? Le grandi imprese difficilmente si imbattono in una produzione particolare e sofisticata per un numero potenzialmente ridottissimo di pezzi, visto che allora si pensava che l’epidemia potesse rimanere confinata. Oggi, invece, sappiamo che purtroppo l’ebola ha già contagiato oltre 10mila persone, e le previsioni per il futuro parlano di decine o centinaia di migliaia di altri casi. La Tecnoline, tra l’altro, è stata colpita dal sisma in Emilia del maggio 2012, quando uno dei suoi due stabilimenti, a Mirandola, crollò in seguito alle scosse, e la produzione dovette fermarsi per circa sei mesi prima di riprendere nel nuovo capannone di Concordia. Oggi l’azienda conta circa 70 dipendenti e ha ripreso a pieno ritmo la sua attività di conto terzista per le grandi multinazionali del distretto biomedicale di Mirandola.
Gianluca Dotti
Wired