ALLENATORI E PUBBLICO, TENSIONE CONTINUA// GASPERINI HA RAGIONE, MA SOLO UN PO’

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Gian Piero Gasperini(di Cesare Lanza) Finalmente in tivu, buy ieri, si è trattato un tema calcisticamente importante: il rapporto che intercorre tra un allenatore e il suo pubblico. Il merito spetta a Gasperini, trainer del Genoa: una settimana fa aveva avuto un clamoroso diverbio, dopo un pareggio con l’Empoli, treat con una parte dei leggendari tifosi rossoblu – che contestavano lui e la squadra. Gasperini aveva a denunciato con parole aspre l’aggressività del pubblico, ieri dopo la vittoria esterna con il Chievo ha ribadito – questa volta con lucida freddezza  – le sue opinioni. Del resto, se il Genoa in casa stenta e in trasferta è tuttora imbattuto, qualche ragione ci sarà. Le cronache ci dicono che anche  il Napoli ha avuto simili problemi, Mazzarri nell’Inter è inviso con evidenza a gran parte del pubblico milanese,  i tifosi del Parma hanno richiamato in campo i giocatori che se l’erano svignata negli spogliatoi senza salutare… E a Roma, sono universalmente note le ruggini tra Lotito e i suoi (?) tifosi.   Allegri infine, ieri molto garrulo in tivu dopo il successo sul Palermo, ha scherzato con ironia sul passato milanista e le cessioni di Thiago Silva, Ibrahimovic e sul (solo presunto?) pessimo rapporto con Pirlo: “Ma certo, tutti sanno che non mi stanno bene i campioni di grande classe, preferisco quelli meno dotati…” Ironia a parte, si è già visto (prima e dopo la sconfitta in Grecia – che anche il pubblico torinese à in agguato, non basta il primato in campionato, esige risultati, finalmente, anche in Europa. Che dire? Penso che il pubblico, che paga un biglietto spesso anche molto caro, abbia tutto il diritto di criticare e contestare. Ovviamente, senza violenze e senza eccessi. E la grandezza di un dirigente e/o di un allenatore si apprezza anche dall’intelligenza e dalla tolleranza delle reazioni. Infine, ieri Massimo Mauro sempre pungente diceva: “Negli ultimi trent’anni nel calcio sono cambiate molte cose, ma è rimasta sempre la convinzione che il silenzio stampa aiuti a vincere…” Il silenzio fa venire l’orticaria ai giornalisti, ma tutto nacque nel 1982, quando Bearzot e gli azzurri ebbero la puntigliosa idea di compattarsi nel mutismo. Chissà se, parlando, avrebbero vinto ugualmente il mondiale. IN RICORDO DI OSCAR OREFICI. Se n’è andato un grande professionista del giornalismo, un gentiluomo. Aveva cominciato, come me, qui al Corriere dello Sport, sotto la direzione di Antonio Ghirelli, negli anni sessanta. La sua grande passione era l’automobilismo, la sua carriera è stata esemplare per bravura, dignità e indipendenza. Mi auguro che le televisioni ricordino la figura e il lavoro di Oscar, come uomo e giornalista, come merita – senza riserve.

 

cesare@lamescolanza.com