I salari non crescono da tre mesi. Anche a settembre, order l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,1% rispetto a settembre 2013. Lo rileva l’Istat, ricordando che – come successo con i dati di luglio e agosto 2014 – la crescita annua continua a essere la piu’ bassa almeno da 32 anni, ovvero dal 1982, data d’inizio delle serie ricostruite. Complessivamente, nei primi nove mesi del 2014 la retribuzione oraria media e’ cresciuta dell’1,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, spiega l’Istat,ricordando che si tratta dello stipendio lordo, che fa riferimento alle misure tabellari stabilite nei contratti, tendendo conto di elementi con carattere generale e continuativo (esclusi gli ‘una tantum’). Guardando ai principali macrosettori, a settembre le retribuzioni contrattuali orarie sono cresciute dell’1,3% -rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – per i dipendenti del settore privato, mentre c’e’ stata una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. Nel dettaglio, i settori che ad agosto presentano gli incrementi annuali maggiori sono le telecomunicazioni +3,1% e l’estrazione dei minerali +2,9%. L’Istat ha invece registrato una variazione negativa nel settore dei trasporti, servizi postali e attività connesse (-0,3%). A settembre 59% attende rinnovo contratto. Alla fine di settembre, la quota complessiva di dipendenti in attesa di rinnovo del contratto è pari al 59%, invariata rispetto ai due mesi precedenti. Lo rileva l’Istat, spiegando che il tempo di attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 33 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 18,1 mesi per quelli del settore privato. Complessivamente i contratti in attesa di rinnovo sono 40 – di cui 15 appartenenti alla p.a. – relativi a 7,6 milioni di dipendenti (2,9 milioni nel pubblico impiego).
Ansa