ILARIA E LA SUA BAND, UN BUON SALOTTO FAMILIARE (A RISCHIO NOIA)

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ilaria-damico(Cesare Lanza, troche Corriere dello Sport Stadio) Teledico nel Decoder. La grandezza (e in prospettiva forse anche il limite) di Sky calcio show è di aver
fidelizzato, come si dice in gergo, il pubblico: è un appuntamento quasi familiare, dopo la delizia e lo stress delle partite. Un ritrovo casalingo, in amicizia. Ilaria D’Amico, la conduttrice, è quel tipo di ragazza che vorremmo avere come vicina di casa, o trovarcela a fianco in aereo o di fronte in treno (non succede mai). Luca Marchegiani è il cugino arciprete, bonario, con una parola di comprensione o di consolazione per tutti, non si sa quanto schietta e spontanea, o imposta dal ruolo. Massimo Mauro è il fratellino dall’aria un po’ fancazzista, quello che passa per essere il più esperto, e per questo si permette impertinenze e giudizi che gli derivano dall’aver giocato con Maradona, Zico e Platini. Gianluca Di Marzio, figlio di un allenatore che passò – simpaticissimo – anche dal “mio” Genoa, è il reporter dall’aria furbetta, informato e precisino. Stefano De Grandis è il figliolo che si è preparato bene agli esami. Più tardi arriveranno, in famiglia, altri bravi “parenti”, come Boban, il laureato in tecnica calcistica, il professore capace di dare giudizi taglienti, senza soggezione per gli interlocutori.
Ecco, gli interlocutori. Nel nostro salotto anch’essi sono ormai figure familiari, con pregi noti come i difetti. Il volto più nuovo è Tommaso Giulini, presidente del Cagliari: purtroppo non gli hanno ancora detto che non si mastica il chewing-gum mentre dai un’intervista. Così come a Iachini nessuno dice di togliersi quell’orrendo cappellino, quando entra in casa d’altri. Nel mio salotto mia moglie, che si infischia del calcio giocato, giustamente si irrita. Iachini e Giulini dovrebbero irspirarsi a Inzaghi: scalmanato in campo, un milord ai microfoni. Carismatico. E difatti Abbiati, che pure esibisce un gigantesco anellaccio (un’arma impropria) all’anulare della mano destra, confida che a Inzaghi, ex compagno di squadra, dà del tu quando sono soli e del lei quando sono In gruppo. Mentre Ventura è sempre l’abatone, o addirittura un vescovo benedicente, perfino più pacioso di Marchegiani. Salmodieranno in coro?
A lungo andare, il sapore di pane fatto in casa rischia di stufare, è ripetitivo. E’ indispensabile almeno un pizzico di imprevedibilità. Ieri ci è arrivato da Mihajlovic, “più deluso che arrabbiato, ed è peggio”, perché la sua Samp ha buttato una vittoria che sembrava certa. Miha è tosto, colto, spontaneo: gran personaggio, grande allenatore. Mentre tribuna il suo presidente, Er Viperetta, già mostrava le dita intrecciate in segno di vittoria: una doppia W, che assomigliava a volgarissime corna.

cesare@lamescolanza.com