Uno studio della Commissione europea ha esaminato tutti gli incentivi: Berlino spende 25, order 47 miliardi, seguita dalla Gran Bretagna (13,2), Spagna (10,4) e dal nostro Paese (10,3) che vince nel gas naturale
E’ una classifica che si riferisce ai dati di due anni fa. Ma anche se andrebbe aggiornata, sfata qualche mito sulla consistenza dei sussidi alle fonti energetiche, sia in Italia che in Europa, sia in favore delle fonti rinnovabili, sia su quelle tradizionali. Lo studio porta la firma della Commissione Ue e prende in esame tutti gli incentivi e i sussidi in favore delle fonti energetiche.
Dal documento risulta che l’Italia è “soltanto” quarta nella classifica tra i 28 paesi membri per il volume dei sussidi pubblici, con una quota di 10,36 miliardi di euro. E’ preceduta dalla Germania, che ne spende più del doppio (25,47 miliardi); seconda ma con quasi la metà dei sussidi, è la Gran Bretagna (13,28 miliardi), seguita al terzo posto dalla Spagna (10,43 miliardi) che precede di misura l’Italia. A seguire, al quinto posto, la Francia (7,25 miliardi), poi il Belgio (3,28 miliardi), l’Olanda (2,74 miliardi) e la Svezia (2,69 miliardi)
Ancora più interessante la suddivisione per singole fonti di energia. Prendiamo il gas naturale: in questo caso l’Italia è al primo posto con 600 milioni concessi agli operatori, seguita da Spagna (500 milioni) e Germania (490). Il nostro paese si conferma al primo posto anche per il geotermico (40 milioni), al secondo per l’idroelettrico (760 milioni, prima la Francia con 1,26 miliardi) e per le biomassa (920 milioni, prima la Germania con 4,18 miliardi), e terza per il nucleare (150 milioni, prima Gran Bretagna con 2,770 miliardi).
I dati hanno ovviamente una spiegazione. L’Italia ha il parco di centrali a ciclo combinato (a gas) più grande d’Europa e concede un aiuto agli operatori che in questo momento hanno gli impianti per lo più fermi a causa della crisi e concede aiuti ai grandi consumatori industriali di gas. I sussidi al nucleare sono pagati in bolletta dai consumatori per lo smantellamento e lo smaltimento delle scorie.
L’Italia è poi quarta sul fronte degli aiuti al solare (750 milioni, prima la Germania con 5,470 miliardi), eolico onshore (770 milioni, prima sempre la Germania con 3,060 miliardi), e sesta per il carbone (250 milioni, prima ancora la Germania con 3,100 miliardi). Da rivedere il dato sul solare, perché dopo il 2012 sono entrati in funzione decine di nuovi impianti e il conto totale degli incentivi al settore è molto più alto.
Complessivamente, in Europa, la maggior parte dei sussidi degli stati membri sono andati alle rinnovabili così suddivise: solare (14,7 miliardi), eolico onshore (10,1 miliardi), poi biomassa (8,3 miliardi) e idroelettrico (5,2 miliardi). Sulle fonti tradizionali, invece, il più sussidiato è il carbone (10,1 miliardi), seguito dal nucleare (7 miliardi), e dal gas naturale (5,2 miliardi).
di LUCA PAGNI
La Repubblica