I raggi x rivelano una struttura solida delle banche italiane. Così gli analisti di Mediobanca Securities in una nota di oggi in cui ribadiscono il rating overweight sul comparto e ripristinano la copertura su Bper (outperform e target price a 7, pharmacy 5 euro), find Banca Carige (rating neutral e target price a 0,11 euro) e il Credito Valtellinese (neutral e target price a 0,95 euro).
I recenti dati macro deboli sono probabilmente dietro la recente ondata di vendite che ha portato le banche italiane di nuovo a scambiare a multipli interessanti: tra 0,5 volte il tangible equity del Banco Popolare, Mps, Carige e Creval e 1 volte del Credem e di Intesa Sanpaolo. L’analisi di Mediobanca indica un 40% di upside nel sottosettore da un multiplo medio di 0,8 volte del tangible equity 2016 dopo aver considerato l’impatto dell’asset quality review.
Gli analisti della banca d’affari credono che i deboli dati macro aggiungano ulteriore pressione sull’attuazione da parte della Bce di misure non convenzionali. Questo identifica le banche italiane come vincitori naturali di un qualsiasi QE. Per questo gli esperti hanno ribadito il rating outperform su Unicredit (target price invariato a 8,90 euro), Intesa Sanpaolo (target price a 2,80 euro), Ubi Banca (target price rivisto da 8,30 a 7,80 euro), il Banco Popolare (target price rivisto da 14,50 a 14 euro) e Credem (target price a 8,60 euro) e neutral su Mps (target price a 1,15 euro) e Bpm (target price a 0,67 euro).
L’alta densità degli asset ponderati per il rischio e l’esposizione al rischio di insolvenza delle banche italiane derivano in gran parte dal ritardo nell’adottare i modelli IRBA rispetto ai competitor europei. La metodologia armonizzata di Mediobanca suggerisce che non ci sarà nessuna spinta importante del CET1 per Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps, il Banco Popolare e Ubi Banca mentre ci sarà tra 100bps-150bps per Bper, Carige, Bpm, Creval e Credem.
A prima vista la bassa copertura dei crediti deteriorati raddoppia quando rettificata per la perdita attesa e i collaterali. Ciò si traduce in un rapporto di copertura rettificato del 90%: si va dall’80% di Bpm al 110% di Bper. Come tale, i calcoli degli analisti della banca d’affari suggeriscono che le banche italiane sono in grado di gestire fino a un aumento di 12 p.p. dei crediti deteriorati e un rapporto di copertura più alto di 17 p.p. al 61%. Come risultato, per gli esperti di Mediobanca il cuscinetto di capitale delle banche italiane è abbastanza consistente per resistere alla revisione degli asset da parte della Bce.
L’asset quality review e gli stress test potrebbero mostrare sorprese positive. Secondo le simulazioni di Mediobanca, le banche italiane sotto esame passeranno il comprehensive assessment, con Carige e Mps che saranno le uniche eccezioni. La prima potrebbe non passare l’aqr, lasciando un gap di 60bps rispetto alla soglia minima dell’8% (meno di 150 milioni di euro di deficit). Infatti, 3pp di più alto rapporto di copertura e un aumento del 5% dell’esposizione ai non performing loan sarebbero sufficienti a spingere Carige al livello limite dell’aqr.
Aggiungendo l’impatto dello stress-test, Carige e Mps rischiano di fallire il comprehensive assessment, ma con meno di 0,1 miliardi di euro di deficit per entrambe. In entrambi i casi, gli analisti vedono il deficit eventualmente coperto dalla riduzione aggressiva degli asset ponderati per il rischio effettuata nel primo semestre di quest’anno (-5% per Carige, -3% per Mps).
M&A, cessione delle sofferenze e la riforma del mercato del lavoro per gli analisti di Mediobanca rappresentano un potenziale upside di medio termine per il comparto. Il comprehensive assessment da parte della Bce dovrebbe naturalmente portare qualche beneficio per il settore. Questo dovrebbe concretizzarsi in maggiori corporate action tramite M&A, riduzione degli asset ponderati per il rischio, dismissioni di asset e sofferenze.
“Pensiamo che le banche italiane siano i migliori player in Europa per quanto riguarda questi argomenti che offrono agli investitori opzioni gratuite per M&A e cessioni di sofferenze soprattutto nel secondo gruppo. La riforma del mercato del lavoro, in attesa che venga approvata dal governo nelle prossime settimane, potrebbe aggiungere ulteriore momentum per un investimento nelle banche italiane vista l’alta incidenza dei costi del personale sull’utile prima delle tasse”, aggiungono a Mediobanca.
di Francesca Gerosa
Milano Finanza