Cinque giganti del food ai raggi x

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nestléI consumi Usa sono deboli dall’inizio del 2013, prescription nonostante il calo della disoccupazione e l’aumento della fiducia, perché a fronte dei progressi del Pil l’incremento dei salari è stato finora anemico. Ma la ripresa è destinata a rafforzarsi, secondo gli analisti di Societé Générale, nel prossimo anno. E così ne beneficeranno i giganti del food.
1)Mondelez. Il rating sul colosso americano, che capitalizza 60,5 miliardi di dollari (contro un valore d’impresa di 72, sovaldi sale 8 miliardi), è stato incrementato da hold (mantenere) a buy (comprare) e il target price da 40 a 43 dollari, che implica un potenziale di rialzo del 21,5% dalle quotazioni attuali, a cui si aggiunge un rendimento della cedola dell’1,6%. Il giudizio positivo sul titolo, che negli ultimi tre e 12 mesi ha registrato una performance rispettivamente del -5,4% e del 12,3%, è motivato dall’espansione dei margini reddituali, che dovrebbe essere di cento punti base nel prossimo triennio, con un conseguente impatto positivo sugli utili. I ricavi sono stimati in crescita da 35 miliardi di dollari nel 2014 a 35,6 nel 2015, a fronte di un utile netto che sale da 2,42 a 2,84 miliardi. A Wall Street tratta 21,9 volte gli utili 2014 e 19,5 quelli del 2015. Il bilancio del terzo trimestre sarà pubblicato il 6 novembre.
2)Nestlé. Dopo la recente performance, successiva all’annuncio dei conti del secondo trimestre, il rating sulla multinazionale svizzera è stato abbassato da buy a hold, perché secondo gli analisti non ci sono molti elementi nel breve termine in grado di trainare al rialzo la quotazione, mentre le aspettative sulla crescita Usa, che rappresenta il 25% delle vendite del gruppo, sono diventate più deboli. In calo anche il target price da 80 a 77 dollari. Il titolo, che capitalizza 215,5 miliardi di franchi (contro un valore d’impresa di 217,5 miliardi) negli ultimi 12 mesi ha registrato una performance del 13,5%. Il p/e (prezzo/utile) passa da 20 nel 2014 a 18,6 nel 2015. Il rendimento della cedola è invece 3,2% quest’anno e 3,4% nel prossimo. Il fatturato è stimato in crescita da 91,6 miliardi di franchi nel 2014 a 96,3 nel 2015, mentre l’utile netto salirà da 9,46 a 11,1 miliardi.
3)ABInBev. Rating in aumento da sell (vendere) a hold per il gigante belga della birra, che a parere degli analisti è correttamente valutato 87 euro. Le vendite negli Stati Uniti dovrebbero infatti aumentare, mentre la situazione in Brasile resta preoccupante. Il titolo, che capitalizza 142,4 miliardi di euro, negli ultimi tre e 12 mesi è salito rispettivamente del 7,2% e del 17,6%. Nello stesso settore gli analisti preferiscono puntare su Heineken. Le speculazioni sull’m&a hanno fatto salire le valutazioni del settore e sebbene un’offerta di ABI per SABMiller abbia grandi rischi di esecuzione, potrebbe essere comunque percepita favorevolmente dal mercato. I ricavi sono attesi in aumento da 47,3 miliardi di dollari nel 2014 a 50,8 miliardi nel 2015, a fronte di un leggero calo del margine netto (ebit margin) dal 33,6% al 33,4% e di un aumento dell’utile netto da 8,61 a 8,95 miliardi di dollari. I risultati del terzo trimestre saranno annunciati il 31 ottobre.
4)General Mills. In ribasso da hold a sell il giudizio sulla società Usa che capitalizza 32,4 miliardi di dollari, a fronte di un valore d’impresa di 41,5 miliardi, perché gli analisti temono che gli investimenti necessari per rilanciare la crescita negli Stati Uniti peseranno negativamente sui margini reddituali nei prossimi anni. Il titolo, che negli ultimi tre è sceso del 2%, ma che mantiene una performance positiva a 12 (+8%) tratta 18,2 volte l’utile 2014 e 17,6 quello del 2015, mentre il rendimento della cedola è intorno al 3%. Il giro d’affari è stimato in crescita dal 17,9 miliardi di dollari nel 2014 (l’esercizio si conclude a fine maggio) a 18,4 miliardi nel 2015, a fronte di un margine netto in leggera flessione dal 16,5% al 16%, così come l’utile netto da 1,82 a 1,80 miliardi. I risultati deludenti del primo trimestre dell’esercizio 2015 sono stati pubblicati il 17 settembre.
5)Kellogg. Prezzo obiettivo di 66 dollari, del 4% superiore alle quotazioni recenti, e rating in ribasso da buy a hold per la società Usa leader nei cereali da colazione, che è sopravvalutata rispetto ai concorrenti, considerando anche l’andamento piatto delle vendite, che sono previste stabili a 14,8 miliardi di dollari nel 2014 e 2015, a fronte di un margine operativo netto (ebit margin) del 14,6% e di un utile intorno a 1,14 miliardi. Il management dovrà fare costosi investimenti per riformulare i prodotti, migliorandone l’appeal salutista. Il titolo, che tratta 16,3 volte l’utile 2014 e 15,9 quello del 2015, negli ultimi 12 mesi è salito solo del 5%, mentre il rendimento della cedola è stabile al 3%. Il bilancio del terzo trimestre sarà pubblicato il 30 ottobre.

Milano Finanza