DOVRÀ RIMETTERE SULLA GIUSTA ROTTA LA COMPAGNIA ITALIANA. HA INIZIATO LA SUA CARRIERA MANAGERIALE ALLA HERTZ QUANDO CI LAVORAVA JAMES HOGAN, OGGI A CAPO DEL VETTORE DI ABU DHABI. DOPO FIAT, BENETTON E GRANDI NAVI VELOCI, ERA ATTERRATO A DUBAI
«Siamo molto soddisfatti della nomina», ha dichiarato Gaetano Miccichè, direttore generale di Intesa San Paolo, azionista di Alitalia. «Un manager di grande qualità», ha ribadito Giovanni Castellucci, amministratore di Atlantia, altro azionista della compagnia aerea italiana. Commenti positivi su Silvano Cassano, prossimo nuovo Ceo di Atlantia, rilasciati a margine di convegni importanti, come il workshop Ambrosetti di Cernobbio, e l’Italian Infractusture Day di Borsa Italiana, le platee giuste per dare eco al nuovo timoniere di un asset importante per il nostro paese, ma con i conti allo sbando. Si parla dell’incarico come di una scelta tutta italiana. In realtà, dietro le quinte, a guidare le danze è Etihad Airways, la compagnia di Abu Dhabi che ha rilevato il 49% del capitale di Alitalia. D’altronde, come potrebbe essere diversamente? Il vettore ex di bandiera perde tra un milione e un milione e mezzo al giorno e nessuno, finora, è riuscito a rimetterlo sulla retta via. Il socio arabo è arrivato giusto in tempo per riprendere per i capelli la compagnia a picco. Un salvataggio in extremis frutto di complesse trattative con gli azionisti, le banche, i sindacati e il governo. Dal matrimonio dovrebbe riprendere quota una nuova Alitalia, più leggera nei conti, più agguerrita nel marketing. E questo è il compito che è stato assegnato a Silvano Cassano, pronto a insediarsi alla cloche dopo che l’Unione Europea avrà dato il suo ok all’accordo siglato l’8 agosto tra Etihad e Alitalia. Insieme a Cassano, dovrebbe fare il suo ingresso in Alitalia come Presidente Luca Cordero di Montezemolo. Una rivoluzione ai vertici che annuncia un cambio di rotta. Il via libera da Bruxelles dovrebbe avvenire a novembre, nel frattempo resterà in carica Gabriele del Torchio, l’attuale amministratore delegato. Ma Cassano dovrebbe affiancare il management già da questa settimana, come dichiarato dal Ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che in questa operazione ha sempre cercato di dire la sua. Cinquantotto anni, nato in provincia di Ferrara, Cassano ha alle spalle 35 anni di esperienza in ruoli dirigenziali ricoperti in diverse compagnie a vocazione internazionale. E’ stato Ceo di Grandi Navi Veloci, amministratore delegato di Benetton Group, ammini-stratore delegato di Fiat Auto Financial & Consumer Services. Negli ultimi anni era sparito dalle cronache nazionali. Lo si ritrova a Dubai, in qualità di consulente di Strategy&, già Booz Allen, società del gruppo Pwc. I rumor vedono in lui l’uomo chiave che ha saputo tessere gli accordi tra Etihad e Alitalia, due compagnie profondamente diverse, due modi di fare business agli antipodi. Lui, il tecnico, capace di gettare un ponte tra i due linguaggi. Cordero di Montezemolo, il “facilitatore”, come sostengono i più informati. Nessuno conferma, nessuno smentisce. Non sarebbe l’unica coincidenza. Cassano ha infatti iniziato la sua carriera alla Hertz Europa, come Vicepresident Operations nello stesso periodo in cui James Hogan, amministratore di Etihad Airways, è stato direttore marketing, capo delle vendite della stessa sezione Operations di Hertz. Insomma, si sono conosciuti e frequentati. Evidentemente si è creato un rapporto di stima reciproca, che oggi si è rivelato prezioso. A rinforzare l’impressione di un ritorno di fiamma professionale tra vecchi colleghi figura la nomina del nuovo Chief Financial Officer, annunciata la settimana scorsa: Ariodante Valeri, anche lui un ex Hertz. Ariodante Valeri ha ricoperto ruoli di vertice negli stessi gruppi dove è passato Cassano: Fiat, Benetton, Grandi Navi Veloci. E’ stato Cassano a chiamarlo in Grandi Navi Veloci, nel 2006, sei mesi dopo la sua nomina alla compagnia di navigazione con base a Genova. Lui Ceo, Valeri direttore generale, il suo braccio destro in una operazione di riorganizzazione che ha consentito a Gnv di intrecciare alleanze internazionali importanti e di acquisire un peso critico nei settori dello shipping, delle crociere e dei container. In Grandi Navi Veloci Cassano era approdato subito dopo aver lasciato Benetton Group. Un divorzio clamoroso, che ai tempi aveva richiamato l’attenzione della stampa internazionale, a partire da International Herald Tribune che gli aveva dedicato una intera pagina. Appena si è chiuso la porta alle spalle, il titolo del gruppo di Ponzano Veneto è sprofondato in Borsa. Quando era arrivato, tre anni prima, si era impennato. Un caso da manuale del business all’italiana, di conflitti tra manager e famiglia proprietaria. Praticamente quello che è successo qualche settimana fa in casa Luxottica, il produttore di occhiali che da Montebelluna vende occhiali in tutto il mondo e ha fatto incetta di brand internazionali. Tutti all’unisono, ma alla fine il conflitto esplode. Allora, Silvano Cassano aveva lasciato Gilberto Benetton perché non la pensava come lui su alcune strategie, come le modalità di delocalizzazione della produzione all’estero, in particolare in Cina, allora ritenuta l’unica strada per tamponare la concorrenza agguerrita della spagnola Zara e della svedese H&M, maestri del fast fashion che hanno conquistato a colpi di costi bassi e logistica superefficiente quote crescenti di mercato, rubandole a Benetton, fino a diventare i numeri uno. Cassano, fisico asciutto, scattante, da maratoneta, scalda i muscoli in pista e promette di arrivare lontano. Correre è il suo hobby, quando lavora e quando si ricongiunge alla famiglia, che ha sempre fatto base a Firenze. Globetrotter per lavoro, con la moglie e i figli ha il suo buen ritirodel Chiantishire. Chi ha lavorato con lui dice che è rapido nelle decisioni, smart, un manager all’americana, un “doer”, fa senza parlare troppo. Execution e delivery sono i suoi due mantra. Ama il lavoro di squadra e non ha difficoltà a delegare. Una qualità rara di questi tempi. Non ha bisogno di tenere tutto sotto controllo. E’ un manager abituato a immaginare reti, a costruire network. Gli azionisti hanno ritenuto che avesse il profilo che ci vuole per Alitalia, una compagnia aerea, infatti, cresce e si moltiplica proprio grazie alle alleanze. Una sfida impegnativa. Che promette non pochi colpi di scena. I primi tempi saranno tutti indirizzati a rimettere a posto i conti, per gli sviluppi della compagnia dovremo aspettare. La scorsa settimana è venuto a Roma James Hogan per incontrare i dipendenti e illustrare le strategie. Le adesioni volontarie alla mobilità dei dipendenti, con un incentivo di 10mila euro, sono volate oltre quota 400. L’obiettivo, ora, è assorbire e ricollocare le risorse, come già avvenuto con Air Sabena e Air Berlin, due asset acquisiti da Etihad prima di Alitalia. Impresa non proprio facile. Dal punto di vista dei piloti, per esempio, Etihad ha bisogno di speti nel lungo raggio, e in Alitalia, che ha nel tempo tagliato le rotte più lunghe, ne sono rimasti pochi. Altro discorso è il ruolo che Alitalia potrà giocare nello scacchiere internazionale del traffico aereo. «Etihad ha attivato nella base di Abu Dhabi una serie di procedure di controllo speciali per agevolare voli verso Usa – commenta Oliviero Baccelli, vicedirettore del Certet- Bocconi – i sistemi di accesso per l’immigrazione e la sicurezza sono fatti da agenti americani, si tratta di un investimento consistente che ha senso se i volumi di attività sono particolarmente importanti ». Etihad, insomma, punterà sulle direttrici per gli Usa, le più importanti. E cosa resterà all’aeroporto di Fiumicino? «Molte navette per Abu Dhabi e il traffico verso il Centro e il Sud America, comunque in crescita», commenta Baccelli. Certo, un traffico turistico, molto più stagionale. «L’ingresso di Etihad in Alitalia fa pensare che Fiumicino possa essere l’hub della compagnia. Se questo giustificherà un sensibile incremento del traffico è un’altra questione e forse non direttamente collegata», incalza da Londra Thomas Saquer, analista di Frost & Sullvan. Di sicuro, però, già si prevede lo smantellamento di Air One, lo “smart carrier” di Alitalia. Da Venezia a Catania, da Torino a Palermo, sono scattate le proteste all’ipotesi di taglio dei voli. Ryanair è già scesa in pista, pronta a prenderne il posto. Nel disegno Silvano Cassano Amministratore delegato di Alitalia visto da Dariush Radpour.
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