La revisione dei principi metodologici migliora i conti italiani: il deficit scende dal 3, pilule 7 al 3,5 per cento del Prodotto. Da droga, prostituzione e illegalità arrivano 15 miliardi. Entrano 35 Federazioni sportive nel perimetro della Pa. A fine mese i dati del 2013, attesa spinta ai conti di Renzi-Padoan
Arriva il nuovo Pil del 2011 e rispetto al “vecchio” dato il livello risulta aumentato di 59 miliardi, ovvero del 3,7%. Lo stima l’Istat, che ha ricalcolato il Prodotto interno lordo secondo il nuovo Sistema europeo dei conti e introdotto alcuni significativi cambiamenti, tra i quali uno dei più attesi dall’opinione pubblica riguarda il conteggio di una stima del valore dell’economia “illegale”, per armonizzare i conti europei e includere quei valori che altrove sono frutto di economia “legale” (si pensi ai Paesi dove la prostituzione è regolamentata).
Il cambiamento dei conti. L’anno di riferimento è il 2011, la cui stima del Pil passa da 1.579,9 a 1.638,9 miliardi. In questo modo, il relativo rapporto deficit/Pil migliora di 0,2 punti percentuali al 3,5%. Tra gli altri elementi del conto economico emerge che il saldo primario resta invariato all’1,2% del Pil (sempre nel 2011) mentre la pressione fiscale migliora di 0,9 punti percentuali al 41,6%. Per quanto riguarda gli aggregati che compongono la formazione del Prodotto, aggiunge l’istat, la spesa per i consumi finali viene rivalutata del 3,1% (al suo interno quelle delle famiglie aumenta del 4%), mentre gli investimenti fissi lordi subiscono una rivalutazione del 6,9%. In flessione invece le revisioni delle importazioni e delle esportazioni, che rispettivamente, subiscono una revisione al ribasso pari al 2 e al 2,9%.
Il peso di sommerso e illegalità. L’Istituto di Statistica coglie l’occasione per dare una nuova stima dell’economia sommersa, pari a circa 187 miliardi, l’11,5% del Pil 2011. Si tratta delle somme connesse a lavoro irregolare e sottodichiarazione. Secondo una stima di Bankitalia antecedente al lavoro dell’Istat, di cui aveva parlato Anna Maria Tarantola (allora vicedirettore) in Parlamento, tra il 2005 e il 2008 l’incidenza dell’economia sommersa sul Pil era pari al 10,9% cioè a circa 150 miliardi. A ciò, tornando ai dati odierni dell’Istituto, si può aggiungere l’illegalità (droga, prostituzione e contrabbando), per un combinato di “economia non osservata” di oltre 200 miliardi (12,4% del Pil). Nel dettaglio dell’economia illegale, 10,5 miliardi arrivano dalla commercializzazione della droga, 3,5 miliardi dalla prostituzione, 0,3 miliardi dal contrabbando di sigarette, 1,2 miliardi dall’indotto.
I nuovi principi. La revisione dei metodi contabili dell’Istat deriva dall’adozione dei principi internazionali del Sec 2010, dal precedente Sec 95: si tratta del Sistema europeo dei conti nazionali, l’insieme di regole che si devono usare per produrre la contabilità nazionale nella Ue. Al di là dell’aspetto che riguarda l’illegalità, che ha attirato l’attenzione pubblica per la sua particolarità, le novità introdotte sono molte e importanti. Sono tre, in sintesi, i cardini d’innovazione: le modifiche relative al Sec 2010 (che pesano per 1,6 punti del miglioramento complessivo del Pil); il superamento delle riserve europee alla implementazione del Sec 95 (tra le quali proprio l’inclusione delle attività illegali, per 0,8 punti di Pil); l’innovazione delle fonti e metodologie nazionali (1,3 punti di Pil).
Le modifiche. Per capirsi, tra le novità del Sec 2010 ora le spese di ricerca e sviluppo (R&S) sono riconosciute come una spesa di investimento: la rivalutazione della componente di R&S vale 20,6 miliardi di euro (+1,3 punti percentuali rispetto alla vecchia stima del Pil), più di droga e affini. In precedenza queste voci erano considerate come costo intermedio di chi sosteneva quelle spese. Stesso passaggio (da spese per consumi intermedi a investimenti) per le spese per armamenti, che contribuiscono al migliorato Pil per 0,2 punti percentuali.
Lavoro e Federazioni sportive. Ci sono miglioramenti sul modo di registrazione delle operazioni delle società a controllo pubblico o il trattamento dei “superdividendi” corrisposti dalle società pubbliche. Novità anche per i redditi da lavoro dipendente, che includeranno il valore delle stock options conferite dalle aziende ai propri dipendenti. Secondo quanto spiegato oggi dall’Istat, la “combinazione di numerosi effetti connessi alle innovazioni nelle fonti e nelle metodologie nazionali” del calcolo statistico “contribuiscono per 1,3 punti percentuali alla revisione complessiva” del Pil. Cambia anche la fotografia del mercato del lavoro, con un deciso aumento del tasso di irregolarità. Quello del 2011, misurato con il metodo sec 95, era pari al 12% della forza lavoro ma, misurato con il sec 2011, sale al 14,5%. Si tratta di 159mila persone. Novità nel perimetro delle amministrazioni che d’ora in poi verranno considerate pubbliche. Nel lungo elenco entrano ben 35 Federazioni sportive (nell’elenco manca però la Fgci) e che ora peseranno anche su deficit e debito pubblico. Entrano anche la Sogei (Anagrafe fiscale), la Consip (per gli acquisti centralizzati), il gestore dei servizi elettrici (Gse).
Le attese per il Def. Dal prossimo 22 settembre, in vista anche del Documento di economia e finanza, sarà possibile valutare l’impatto del Sec 2010 sui conti pubblici del periodo 2009-2013. Dalla revisione del conteggio del Pil si aspettano effetti “limitati” per il bilancio dello Stato.
A gennaio la Commissione Ue aveva stimato una variazione del Pil italiano compresa tra l’1 e il 2%, in relazione alle sole novità introdotte dal Sec 2010; in Germania è stata operata una rivalutazione del Pil del 3,4% (di cui 2,7 punti dovuti al nuovo Sec, anno 2010), in Francia del 3,2% (di cui 2,4 punti per il nuovo Sec, anno 2010), nel Regno Unito del 4,6% (di cui 2,3 punti attribuiti al nuovo Sec, anno 2009). Negli Stati Uniti la revisione, operata nel luglio 2013, ha dato luogo a una rivalutazione del Pil del 3,6% (anno 2012). Nel caso delle stime della Commissione, l’effetto sul deficit nominale sarebbe inferiore allo 0,1%, mentre il debito (che è sopra il 130% del Pil) ne risentirebbe maggiormente, nell’ordine di 2,6 – 2,7 punti percentuali.
Applicando per esempio la rivalutazione del 3,7% al Pil del 2013 (1.560 miliardi di euro), il nuovo rapporto Deficit/Pil per quell’anno scenderebbe dal 3,03 al 2,92%, mentre il debito ne beneficerebbe di più passando dal 132,63 al 127,89%. Ancora andando per ipotesi, e senza considerare le minori spese e tutte le altre voci del bilancio dello Stato, nell’anno in corso avere uno spazio sul deficit di 0,1 punti percentuali (che è la nuova “distanza” dal tetto del 3% imposto a Bruxelles e immaginando un Pil piatto nel 2014 sul 2013) significherebbe un “tesoretto” di circa 1,5 miliardi.
La conferma è arrivata dal premier Renzi nella trasmissione Porta a Porta: “Quando mi hanno spiegato i nuovi meccanismi di criterio di calcolo del Pil pensavo a un notevole aumento: in realtà questo meccanismo potrà avere un’oscillazione al massimo dello 0,1, robetta”. “Potrebbe esserci – ha aggiunto – un piccolo miglioramento nel rapporto debito-pil. Ma rispetto alla crescita non cambierà sostanzialmente niente. Comunque nel terzo trimestre saremo intorno allo zero”.
La Repubblica