I venti di guerra zavorrano le Borse. Sale lo spread

venti di guerra
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Gli Stati Uniti sono pronti a bombardare l’Iraq, no rx una mossa che alimenta l’instabilità dell’area e l’incertezza geopolitica. Soprattutto in relazione alle tensioni tra Russia e Ucraina. Mercati ancora giù dopo le parole di Draghi. Piazza Affari prova a rimbalzare dopo la recessione, vendite sui titoli di Stato
I venti di guerra mettono in difficoltà le Borse europee già provate dalla recessione italiana e dalle parole di Mario Draghi che ieri ha chiesto ai paesi dell’Eurozona di cedere “sovranità all’Ue per le riforme strutturali”. Ieri sera, poi, il presidente americano Barack Obama ha “autorizzato bombardamenti aerei mirati in Iraq per colpire i terroristi e proteggere il personale americano”. Lo ha annunciato lo stesso Obama nella notte aggiungendo di aver autorizzato anche il lancio di aiuti umanitari a favore della popolazione irachena in difficoltà. “Bombarderemo i jihadisti se necessario e se avanzeranno verso la città di Erbil”, ha aggiunto il presidente americano parlando in diretta tv, spiegando che gli Usa sono costretti ad agire “per evitare un genocidio”.
In questo contesto il recordi di esportazioni cinesi riesce solo parlzialmente a sostenere i mercati: i volumi di Pechino sono cresciuti del 14,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, segnando un raddoppio rispetto al dato finale dello scorso mese di giugno, quando erano al 7,2%. Bene anche la Germania, dove la bilancia commerciale ha registrato a giugno un surplus corrente di 15 miliardi di euro mentre il surplus commerciale si è attestato a 16,2 miliardi di euro. Lo ha reso noto oggi l’ufficio federale di statistica. L’export, nello stesso mese, ha registrato un aumento dello 0,3% mentre le importazioni sono aumento del 4,5%.
A Milano Piazza Affari inverte la rotta e avanza dello 0,3%, mentre Londra cede lo 0,9%, Parigi lo 0,7% e Francoforte lascia sul parterre l’1,2%. Sul listino italiano crollano Tod’s all’indomani dei conti e Mps che ieri ha raggiunto l’accordo per 1.300 esuberi volontari. Torna a salire, invece, lo spread in area 185 punti con i Btp decennali che rendono il 2,88%. In mattinata la Borsa di Tokyo ha chiuso in forte calo in scia alla presa di posizione di Obama sull’Iraq: dopo un’apertura in territorio negativo il listino giapponese ha accelerato in ribasso a metà seduta, arrivando a perdere oltre il 3% per chiudere in calo del 2,98%. Per il maggiore indice giapponese si tratta del calo più ampio dallo scorso 14 marzo.
Ieri sera Wall Street ha chiuso in perdita, ma sopra i minimi di giornata. Continuano a pesare le tensioni geopolitiche internazionali che hanno avuto la meglio nella valutazione degli investitori rispetto a trimestrali e dati migliori delle stime, in particolare un calo nelle richieste settimanali di sussidi per la disoccupazione, scese ai minimi in otto anni. Sotto la lente inoltre l’economia europea, dopo che Mario Draghi ha espresso preoccupazione per le ripercussioni della crisi in ucraina. Dopo le operazioni di compensazione, il Dow Jones ha perso lo 0,46%, il Nasdaq lo 0,46% e lo S&P 500 lo 0,56%.
Sul fronte delle materie prime, netto rialzo per le quotazioni del petrolio dopo l’annuncio del presidente Usa Obama: i contratti sul greggio Wti con scadenza a settembre guadagnano 1,41 dollari centesimi a 98,04 dollari il barile. Il brent sale a 106,85 dollari. Le quotazioni dell’oro sono in rialzo: il lingotto con consegna immediata guadagna lo 0,5% a 1.318 dollari l’oncia. L’euro resta sotto 1,34 dollari dopo che ieri Mario Draghi si è espresso con cautela sulla moneta europea, sostenendo che uno sgonfiamento è possibile. L’euro passa di mano a 1,3360 dollari, euro/yen a 135,95 e dollaro/yen a 101,75.

La Repubblica