INTERVISTA/ERCOLANI E LANZA “LA TV CAMBIA, generic L’ERA DI BAUDO È FINITA”
Gli autori: la Rai ha sbagliato su Morgan. Non si nasconde il personaggio del giorno
di Alberto Mattioli
(inviato a Sanremo)
Simona Ercolani e Cesare Lanza sono i due pi ù noti fra gli otto (otto!) autori di questo Sanremo che ha avuto buoni ascolti e cattive recensioni. L’incontro avviene in una stanzetta nel retrobottega dell’Ariston con l’agente Lucio Presta, no rx deus ex machina del Festival e di mezza tivù italiana, buy che entra ed esce dal loculo. I due imputati di leso spettacolo hanno voglia di parlare. E si difendono come raccomandava il vecchio Clausewitz: contrattaccando.
Cosa fanno otto autori?
Ercolani: «Sa quando abbiamo iniziato a lavorare questo Sanremo?»
No.
E: «In agosto».
Lanza: «L’anno scorso con Bonolis, ma Simona allora non c’era, in giugno».
Vabbé, ma in pratica che fate?
L: «Ieri sera (martedì, ndr) due autori erano sul palco. Due seguivano la Clerici cronometrando i tempi,
ricordandole le cose da dire e controllando che lo facesse. Due erano in regia, a star dietro a grafica, scaletta e simili. E due lavoravano alla puntata del giorno dopo».
E: «Per questo Festival lavorano 301 persone. E passa tutto da qui».
Inevitabile: caso Morgan.
L: «Intanto diciamo che il caso l’hanno creato i giornali: Max che ha pubblicato l’intervista, le agenzie che l’hanno diffusa e i giornali che l’hanno ripresa sguazzandoci. Noi non abbiamo mai detto nulla, mentre Morgan parlava dappertutto, anche a Porta a porta, che pure è un programma Rai».
E: «Noi Morgan a Sanremo l’avremmo chiamato. Poi si poteva discutere se in gara o no, se parlante o
cantante, ma né come drogato né come maître-à-penser. Insomma, abbiamo in casa il caso di cui parla tutta Italia e non lo facciamo vedere? Noi lo volevano all’Ariston, la Rai no. E si è visto chi comanda davvero».
Insomma, la Rai ha sbagliato.
L: «Dal punto di vista dello spettacolo, sì».
E: «E poi io sono di sinistra e le bacchettate sulle mani non mi piacciono».
Ecco, lo spettacolo: latita. La Clerici sembra una signorina buonasera degli Anni Sessanta: autore Tizio,
canta Caio, dirige Sempronio. Stop.
L: «Senta, si dice che io ho fatto molti programmi “urlati”. Bene, sarà vero. Però i programmi si pensano in funzione di chi li conduce. Se io ho Baudo o Bonolis, faccio un certo Sanremo. Se ho la Clerici, ne faccio un altro: familiare, tranquillo, educato…».
E: «…e con le canzoni protagoniste».
Ma da decennni le canzoni non sono più la ragion d’essere di Sanremo. È uno show tivù, via.
E: «Anche un film è un film. Però se la star è De Niro è un film, se è Eddie Murphy è un altro film».
L’impressione è che l’anno scorso con Bonolis si raccontasse una storia, in questo si affastelli ciò che
passano il convento e le finanze Rai.
E: «Quest’anno raccontiamo una gara».
L: «Sanremo è un vestito. Lo cuci su misura per chi deve indossarlo. E la Clerici lo sta portando benissimo».
Potendo scegliere, nel 2011 chi vestireste?
L: «Bonolis e la Clerici insieme. Ma prima o poi, spero prima che poi, toccherà a Paola Perego, che è una
grande professionista».
E: «Maria De Filippi».
È vero che gli autori tivù diventano tutti ricchi?
E: «So solo che Sanremo è uno dei posti dove lavori di più e, in proporzione, guadagni di meno. Sa quanto mi danno di rimborso spese al giorno? Cinquanta euro: cinquanta!»
L: «Tornassi indietro, scoprirei la tivù molto prima. Negli Anni Ottanta questa lungimiranza l’hanno avuta solo in tre: Costanzo, Zavoli e Piero Angela. Chapeau».
Per la tivù, personaggi come Presta sono una sventura o una fortuna?
L: «Presta è uno che la televisione la fa perché sa farla. Uno dei tre o quattro che ci sono in Italia».
Ma la Rai non dovrebbe averla in casa, gente così?
L: «Mmmm…»
Vabbé. Il programma di cui siete più orgogliosi?
E: «Sfide per Raitre».
L: «Il programma, non so. Gli episodi, quelli per cui mi hanno più criticato: le interviste di Bonolis a Tyson, Donato Bilancia e al condannato a morte americano che fu poi giustiziato pochi giorni dopo».
E quello che non rifareste?
E: «Uno, due, tre, stalla».
L: «Sempre con Bonolis, il programma di calcio Serie A».
Chi è il miglior uomo tivù italiano?
E: «Bonolis».
L: «Sono tre: Bonolis, Fiorello e Maria De Filippi che sta al nostro tempo come i neorealisti agli Anni
Cinquanta».
Baudo condurrà ancora Sanremo?
E: «Credo che ormai ci sia stato un salto generazionale».
L: «Chissà. Ma il mondo, anche quello della tivù, cambia».
Essere cinici, nel vostro mestiere, aiuta?
E: «Aiuta nella vita».
L: «Un po’ serve. Ma io sono ancora uno che si commuove».
Questa è una notizia. E quando?
L: «Quando la gente non viene rispettata. E quando subisco una censura». Ogni riferimento a Morgan è puramente voluto.
LA STAMPA, 18-02-10
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